«Il punto nascite di Arco non chiuderà»

L’assessore provinciale alla sanità anticipa cosa dirà nella visita ufficiale in cui incontrerà operatori e politici. Appuntamento organizzato dal Pd di Arco QUESTA SERA alle 20.30 nella Sala Consiliare presso il Casinò di Arco.
"Trentino", 30 gennaio 2014


«Sono solo illazioni: non vi è alcuna intenzione di depotenziare o chiudere il punto nascite di Arco e il provvedimento che tanto ha fatto discutere contiene le linee guida mediche e scientifiche, nulla di più».

L'assessore Donata Borgonovo Re si appresta, oggi, ad affrontare la tappa più dura e complicata del suo tour che dall'inizio di gennaio la sta portando in tutti gli ospedali del Trentino. Stamattina arriverà al nosocomio di Arco con l'intento di toccare con mano i punti di forza e le eventuali problematicità della struttura ospedaliera. Una visita programmata già da diverso tempo, ma che assume un significato ulteriore in seguito alle proteste sollevatesi dopo che la Provincia ha deciso una sorta di riorganizzazione dei punti nascita periferici, di fatto “esautorati” dal gestire i parti più complicati e anche quelli programmati (i cesarei).

«L'idea di andare a visitare gli ospedali della provincia è nata a dicembre – spiega l'assessore che ha preso il posto di Ugo Rossi, ora governatore – abbiamo cominciato con Tione e adesso è la volta di Arco: vengo a conoscere l'ospedale, il personale, i primari e quindi il Consiglio per la salute con i sindaci della zona». A mezzogiorno pranzerà con i dipendenti, poi alle 14.30 darà il via alla riunione con la struttura sanitaria che andrà avanti per un paio d'ore e quindi, alle 18.30, vedrà i sindaci.

Fino a quel punto la sua visita avrà un carattere tecnico ed amministrativo mentre in serata l'assessore assumerà un ruolo più politico partecipando all'incontro con la cittadinanza che è stato organizzato dal Pd arcense e che si terrà, alle 20.30, nella sala consiliare del Casinò. Accanto a lei avrà il vicesindaco reggente Alessandro Betta e il presidente della Comunità Salvador Valandro. All'ordine del giorno ci saranno tutti i temi riguardanti la sanità in Busa, ma è chiaro che l'attenzione sarà concentrata principalmente sulla questione del punto nascite. «Leggendo ciò che è stato scritto fino ad ora ho capito che si tratta di un tema che presenta anche un forte significato simbolico – sottolinea l'assessore – ma bisogna essere rigorosi nella comunicazione e lasciare la polemica a chi ne fa un uso sistematico. Altrove, in situazioni potenzialmente più a rischio rispetto a quella di Arco, dove il numero di parti è assai inferiore, non vi è stata una risposta di questo tipo. Vedrò di capire quali sono le preoccupazioni e le ragioni di questo allarmismo, parlerò con il primario e cercherò di raccogliere quante più informazioni, ma osservando i dati che riguardano Arco non capisco come si possa ritenere a rischio il punto nascite visto che l'incidenza dei cesarei, sul totale dei parti, è davvero minima, mentre il numero dei parti cosiddetti fisiologici, tanto per semplificare, è oggi dell'ottanta per cento».

Solo il venti per cento dei parti (un centinaio sui cinquecento gestiti ogni anno dal punto nascite dell’ospedale arcense) finirebbe, pertanto, nella fattispecie individuata dell'Azienda sanitaria (ovvero i parti non “fisiologici” e i cesarei) e quindi dirottato sugli ospedali di Trento e Rovereto. Dati che garantiscono, secondo l'assessore provinciale alla sanità, il mantenimento del reparto di Arco, che poi è il fine ultimo – al netto di eventuali strumentalizzazioni – delle proteste della gente.