Convegno Giovani e Lavoro. Proposti dall'assessore anche più contratti di solidarietà tra generazioni, da estendere anche al settore pubblico. Ferrari: "Non dobbiamo sostituirci ai giovani, il nostro compito è offrire loro la possibilità di scegliere".
"Corriere del Trentino", 27 gennaio 2014
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Più contratti di solidarietà tra generazioni, e magari, perché no, estenderlo anche al settore pubblico. È un'idea, lanciata dal vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi, intervenuto ieri al convegno dell'Iprase su giovani e lavoro, in cui insegnanti e addetti ai lavori hanno discusso del rapporto che le giovani generazioni hanno col lavoro. Che non c'è, o che c'è poco o è precario.
Il dato generale, fornito dall'Istat e ribadito ieri da Carlo Buzzi dell'Università di Trento, è che il tasso di occupazione giovanile è calato, e che quelli più in difficoltà sono i giovani fino a 24 anni. I dati sono drammatici al Sud, e un po' più confortanti in Trentino, ma la tendenza è simile. «Dobbiamo avvicinarci di più ai modelli che favoriscono l'alternanza tra scuola e lavoro, finora il sistema formativo da noi si è basato sul modello tradizionale secondo il quale prima si studia, poi si lavora». Un modello che è messo in crisi dalla fatica con cui si trova lavora; Olivi ha citato l'esempio del vicino Alto Adige, dove la disoccupazione giovanile è più bassa anche perché i giovani vanno a lavorare prima, favoriti da sistemi di alternanza e da un apprendistato che funziona. La giunta provinciale ieri ha approvato un documento in cui si favorisce proprio la filiera tra scuola e lavoro, in cui si dà anche importanza a strumenti sempre più usati e richiesti come i tirocini formativi.
Anche il lavoro deve fare la sua parte: «C'è bisogno di un patto di solidarietà tra generazioni - ha detto Olivi - e per questo i contratti di solidarietà sono uno strumento da diffondere; dico anche qualcosa di più, si potrebbe pensare di estenderli anche al settore pubblico». Uno degli esempi più recenti di contratto di solidarietà è stato quello della Sandoz a Rovereto, con i lavoratori prossimi alla pensione che sono passati al part-time, con contestuale assunzione di un giovane a tempo pieno; questo con la copertura dei contributi ad opera della Provincia. Sara Ferrari, assessore provinciale alle politiche giovanili, ha posto l'accento sull'autonomia: «Con i giovani siamo stati troppo protettivi, li abbiamo un po' anestetizzati. Dobbiamo favorire l'autonomia e la loro assunzione di responsabilità. I settori educativi, tra cui la scuola, e il mondo del lavoro, devono comunicare di più, per permettere di dare le risposte migliori».
Come esempio virtuoso, il liceo Filzi. L'ha citato ieri al convegno l'assessore comunale all'istruzione, Giovanna Sirotti. «Gli stage estivi sono importanti, ma servono ancora di più momenti strutturati nelle scuole, dove i giovani entrino a contatto con le imprese. Un esempio è il progetto condotto dalle Filzi, assieme alla stessa Iprase». Al liceo pedagogico ci sono stati percorsi di avvicinamento alle cooperative ed alle aziende. «Al tavolo del Comune sulla scuola, così come alla Fondazione dell'Università - ha dichiarato Sirotti - si sente forte l'esigenza di far conoscere l'impresa, perché tanti ragazzi escono da scuola senza sapere come questa funziona. L'Università si è impegnata ad inserire percorsi di avvicinamento all'azienda ed all'imprenditorialità, in tutti i corsi di laurea».