«Non mi sembra di ricordare tutti questi entusiasti sostenitori del partito territoriale quando c'era Bersani. Se questo diventa il modo di mettersi al riparo dallo tsunami Renzi e da ciò che ha rappresentato l'8 dicembre in Trentino, anche in considerazione dei voti presi da Civati, mi sembra che si configuri una proposta "difensiva" che rischia di avere corto respiro». L. Patruno, "L'Adige", 22 gennaio 2014
Vanni Scalfi, coordinatore del Pd di Trento e candidato alla segreteria provinciale, risponde così all'altro candidato Alessio Manica che ieri sull' Adige aveva indicato come obiettivo centrale della sua candidatura quello di rendere il Pd trentino autonomo in tutto da quello nazionale, al quale sarebbe solo confederato. «Quello del partito territoriale - aggiunge Scalfi - sta diventando un mantra che tutti ripetono, ma pochi spiegano cosa esso possa significare di preciso. A me interessano i contenuti, per questo io vorrei: un Pd autonomo sul piano politico (alleanze e programmi), organizzativo e finanziario che possa decidere da solo le proprie regole interne (ad esempio le preferenze nelle liste per l'Assemblea provinciale). E tutto questo, in sostanza e nei fatti, lo abbiamo già. Ma vorrei un partito che sperimenti (ripeto: sperimenti) forme associative nuove, aprendo alla possibilità del doppio tesseramento, cioè alla possibilità di iscriversi solo al Pd del Trentino e non automaticamente al Pd nazionale, perché significherebbe aprire una prospettiva di dialogo con Socialisti trentini, ambientalisti, laici, i movimenti. E credo sia più importante rafforzare il legame con il Pd altoatesino e con i verdi sudtirolesi». Anche il capogruppo provinciale Mattia Civico, pronto a candidarsi alla segreteria, non condivide l'impostazione di Manica di un Pd del Trentino confederato, che vuol dire senza più un collegamento con quello nazionale. «Il Pd del Trentino - ricorda Civico - è già autonomo di fatto per le modalità con cui è nato, per il suo statuto diverso e le regole che ci siamo dati sull'elezione dell'assemblea con le preferenze e altro ancora. La data diversa del congresso è un'ulteriore conferma di questo. Però io penso che il collegamento con il Pd nazionale sia strategico e lo sia stato più volte per la difesa stessa dell'autonomia della nostra Provincia». «Condivido il fatto - continua Civico - che si possa aumentare il grado di autonomia da Roma ad esempio nella scelta delle candidature per le elezioni politiche, ma stiamo attenti a buttare via il bambino con l'acqua sporca. Un Pd del Trentino che si rinchiude nei propri confini è un Pd debole. Io sono dunque per mantenere i legami con il Pd nazionale e contrario al partito confederato. Sarei favorevole alla forma federata se valesse per tutti i Pd regionali non solo per noi».
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Partito Democratico del Trentino