ROVERETO - Donata Borgonovo Re rassicura i medici: la sanità trentina sarà una rete basata su più poli e uno è il Santa Maria. L’Assessora Borgonovo Re: "Penso a un sistema in cui il paziente è al centro: saranno gli specialisti a raggiungerlo con una collaborazione totale tra strutture""Trentino", 21 gennaio 2014
ROVERETO Il futuro è difficile da tratteggiare almeno nei dettagli, visto che piano della salute, piano di miglioramento e programmazione saranno i suoi prossimi impegni, al termine di questa sua presa di contatto con tutte le realtà della sanità trentina. Ma su una cosa l’assessora Donata Borgonovo Re si sbilancia: non ci saranno passi indietro, nel senso nulla di quanto è offerto oggi ai cittadini sarà abbandonato. Vale come principio e vale a maggior ragione per l’ospedale di Rovereto, che per dimensioni, professionalità e capacità di risposta delle esigenze dei cittadini è una realtà imprescindibile per la sanità trentina. «Lo scopo - spiega l’assessora - è dare ai cittadini un servizio sempre migliore. Questa significa che la rete della sanità trentina deve essere in grado di garantire ad ognuno la migliore risposta. Ragionando però come rete, appunto, non con la logica di «mio» o «loro» ospedale. Le eccellenze e le specializzazioni dovranno essere non solo valorizzate, ma messe a disposizione di tutti». Il che non significa necessariamente costruire diversi poli di eccellenza su specifici settori sul territorio e poi mandarci il paziente. «In realtà la possibilità di avere una risposta adeguata vicino a casa è uno dei requisiti per il benessere di molti pazienti, soprattutto penso agli anziani. Credo sia doveroso per un servizio moderno porre al centro il paziente. E che più che lui, a muoversi debbano essere informazioni e specialisti. Lavoro in équipe, massima collaborazione tra strutture diverse, condivisione delle risorse. Questo è il modo per consentire a tutti di godere del massimo livello di prestazione possibile, tutelando nel contempo il paziente che non può essere trattato come un pacco. Oggi si parla di sistema a stella: al centro ci sono le superspecializzazioni, le eccellenze. Che si irradiano sul territorio raggiungendo il paziente». Dopo la visita ai reparti, l’assessore ha avuto un lungo confronto con i medici del Santa Maria. Chiuso con un caloroso applauso. Cosa hanno segnalato come criticità? «Non mi hanno segnalato particolari problemi, se non uno contingente sul personale per la sala parto, la cui soluzione è comunque già decisa e arriverà a breve. Per il resto non ci sono state particolari richieste, nemmeno dal punto di vista degli organici. Il timore diffuso semmai è quello per un possibile depotenziamento dell’ospedale roveretano soprattutto con la realizzazione del nuovo ospedale a Trento. Ma è un timore che non ha senso: i diversi poli della sanità trentina non saranno in competizione tra loro. Anzi proprio sulla loro capacità di collaborare senza riserve dovremo investire».
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