«Non mi candiderò alla segreteria del Partito Democratico del Trentino. Avevo fin dall'inizio chiarito che il mio ruolo sarebbe stato a termine e ritengo importante un ricambio». Ieri il coordinatore politico del Pd Italo Gilmozzi ha annunciato la propria indisponibilità a correre per la segreteria provinciale.
G. Fin, "L'Adige", 21 gennaio 2014
L'ha fatto lanciando un chiaro messaggio al partito di come nell'agire politico serva mantenere la parola data e il rispetto degli impegni presi.
Dalla sua nomina, in molti l'hanno definito un vero e proprio «traghettatore», arrivato subito dopo la debacle delle primarie dello scorso anno, è riuscito a ricomporre il partito e a trascinarlo a risultati ben diversi alle provinciali.
«Mi ricordo che nello scorso agosto - ha spiegato ieri - mi è arrivata una telefonata di Lucia Maestri che mi chiedeva di essere disponibile al ruolo di traghettatore. Ho avuto pochi dubbi e l'esperienza fatta è stata positiva viste anche le sollecitazioni che stanno arrivando da tante persone di proseguire».
Sono stati 4 i punti messi in chiaro da Gilmozzi nell'assumere il ruolo di coordinatore: la necessità di portare serenità, la richiesta di avere un ruolo politico, l'unità e l'avere un incarico a termine.«Mi sembra - ha affermato ieri - di aver portato questo mio approccio di serenità alle diverse problematiche dando il giusto peso alle cose, contribuendo a rasserenare il clima».
Per quanto riguarda il ruolo politico, Gilmozzi l'ha voluto in maniera forte perché «era l'unico modo di essere utili al Pd». Un ruolo che gli è stato riconosciuto sia all'interno che all'estero del partito, riuscendo a costruire un rapporto positivo anche con il presidente Ugo Rossi. «Tutti dicono che ho portato unità - spiega il coordinatore - ma io ho le mie idee e credo che non conti pensarla come tutti perché sarebbe un limite. È importante essere corretti. Pur essendo vicino ad alcune sensibilità del partito nessuno è stato penalizzato dalla mia gestione».
È però al quarto punto, l'aver detto fin dall'inizio di voler assumere un ruolo a termine, che Italo Gilmozzi tiene particolarmente. «Questo è stato il primo motivo - ha spiegato - per cui ho deciso di non candidarmi, anche per dare un messaggio di rispetto per l'impegno preso e per dimostrare alle persone che faccio quello che dico visto che tengo alla mia credibilità personale».
Per Gilmozzi quelli da coordinatore sono stati mesi di grandi soddisfazioni sia umane che politiche.«Quello che ho apprezzato è stato il coraggio nel darmi fiducia di chi era più distante da me politicamente nel Pd. Rifarei quasi tutto quello che ho fatto - ha sottolineato ieri - solo una cosa eviterei: il buttare fuori durante le provinciali un sondaggio prima che l'Upt chiudesse la propria lista. Mi sono reso conto a posteriori dello sgarbo. Ma posso assicurare che non era assolutamente voluto».
Da parte dell'attuale coordinatore, nessuna indicazione di preferenza per i futuri candidati alla segreteria pur confermando la propria amicizia personale nei confronti di Vanni Scalfi ed Elisa Filippi. «Io ho portato nel partito il mio essere uomo di popolo - afferma - e auguro al nuovo segretaria di esserlo altrettanto. Oggi però c'è l'esigenza di un ricambio». Conclude poi con la solita ironia: «Non scappo dal Pd e posso dire che sicuramente non ho fatto danni».