Olivi: richieste ragionevoli, lavoratori da sostenere. G. Pedrotti, "L'Adige", 20 giugno 2009
Un tavolo di confronto tra rappresentanti dei lavoratori, membri della giunta provinciale, associazioni degli imprenditori e Inps per costituire un ponte duraturo atto a sostenere gli operai impiegati nel settore metalmeccanico fino a quando la crisi economica non terminerà. Con quest'idea si è concluso ieri mattina il faccia a faccia tra i delegati delle associazioni sindacali di categoria e l'assessore all'industria, artigianato Alessandro Olivi, che dopo un scambio di idee durato più di due ore hanno deciso di fissare un nuovo incontro per la prossima settimana nel corso del quale si dovrebbero cominciare a valutare gli aspetti più pratici delle misure da attuare per sostenere i lavoratori in cassa integrazione. Il tutto a fronte di un presidio dei metalmeccanici davanti al palazzo della Provincia di piazza Dante che forte di una larga partecipazione dei lavoratori ha occupato per buona parte della mattinata la strada di fronte all'edifico colorandola di slogan, bandiere e striscioni. In particolare, gli operai metalmeccanici per voce dei loro delegati sindacali, Massimiliano Nobis, segretario generale della Fim-Cisl del Trentino, Roberto Grasselli, segretario della Fiom e Fausto Francesconi della Uilm, hanno ricordato all'assessore Olivi l'importanza di rispettare tempi brevi, costituire tavoli di confronto efficienti e duraturi, integrare i redditi dei lavoratori in difficoltà e procedere senza indugio all'istituzione di corsi di formazione continua per i dipendenti in cassa integrazione. «Abbiamo organizzato questa manifestazione - ha spiegato Nobis - per sollevare e sensibilizzare l'opinione pubblica poiché dei 92 milioni di euro stanziati dalla Provincia ad oggi quasi nulla è concretamente arrivato nelle mani dei lavoratori in cassa integrazione. La situazione del settore metalmeccanico è drammatica e per questo appare necessario sostenere il reddito di chi è in difficoltà». In polemica per la mancanza del presidente della giunta e dell'assessore al lavoro, Grasselli ha quindi aggiunto: «Il pacchetto sicurezza è stato approvato ormai da più di sei mesi e ormai l'emergenza è diventata normalità; è necessario darsi una mossa. L'integrazione al reddito per i lavoratori in cassa integrazione è fondamentale poiché ad oggi un metalmeccanico ordinario di terza fascia prende circa 720 euro in busta paga rispetto ai normali mille e trecento. Lo stipendio è dimezzato e a fronte di questo se un operaio resta a casa più di quindici giorni al mese perde il diritto a qualsiasi periodo di ferie e ai premi di risultato come tredicesima e quattordicesima». Secondo Francesconi, poi, «il tempo è poco e fino ad oggi è stato impiegato male. Se i genitori non mangiano ancora ci può stare ma quando non possono neanche sfamare i propri figli allora le cose cambiano». I rappresentanti dei lavoratori hanno quindi chiesto concretamente alla Provincia un'integrazione al reddito per ogni ora di cassa integrazione svolta dal singolo operaio (2 euro l'ora), l'istituzione di corsi di formazione nelle aziende riservati ai lavoratori in cassa integrazione e retribuiti con 3 euro e 50 centesimi l'ora e l'estensione fino ad un anno (oggi 8 mesi) dell'assegno di disoccupazione (anche per i lavoratori con contratto a termine). L'assessore, che ha chiarito come il capitale umano sia il primo fattore del lavoro sul quale si deve fondare qualsiasi coesione sociale e ripresa economica, si è detto pronto ad aprire trattative immediate per giungere ad accordi atti a rimodulare le misure di risposta alla crisi, chiarendo come «le richieste non mi sembrano irragionevoli, è giusto venire incontro ai lavoratori» e promettendo di trasferire «immediatamente alla Giunta quanto ascoltato oggi».
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