All'esito delle elezioni Provinciali e in attesa di come evolverà la situazione politica nazionale, torna prepotente il dibattito su nuovi soggetti politici (o presunti tali) da adattare allo scenario politico presente e futuro con riferimento particolarmente al Partito Democratico del Trentino che a breve terrà il suo congresso per la nomina dei nuovi organismi dirigenti con il sistema delle elezioni primarie aperte. A tal proposito ritengo matura l'idea del Partito territoriale Trentino aperto al mondo autonomistico, del cattolicesimo democratico e riformista. Luigi Olivieri, "L'Adige", 15 gennaio 2014
Unico strumento per meglio rappresentare il Trentino soprattutto a Roma nei prossimi anni anche in considerazione della grave crisi economico finanziaria che attraversa l'Europa e l'Italia. Si ha l'impressione che molti atteggiamenti su tale prospettazione politica abbiano lo scopo soprattutto di contrastare la maggioranza numerica e di qualità della classe della classe politica che il Partito Democratico del Trentino ha acquisito sul territorio e nella consapevolezza dell'elettorato trentino.A chi scrive sembra che non si tenga nella dovuta considerazione che la questione di fondo consista nel costruire una forza politica che sia si territoriale ma che nel contempo abbia una sua proiezione nazionale nel campo del centro sinistra. Non c'è bisogno di scomodare Alcide Degasperi per comprendere che il nostro sistema autonomistico si implementa e difende nel Parlamento Nazionale e che perciò far parte di un partito che abbia una adeguata rappresentanza ed influenza in quel contesto risulta non solo indispensabile bensì drammaticamente necessario. Ritengo che lo strumento in grado di rispondere a queste necessità non possa che essere un Partito Trentino Confederato con il Partito Democratico Italiano.Lo Statuto del Pd già contempla questa possibilità. Infatti l'art. 13 dello Statuto così recita: «1) Qualora in una regione a statuto speciale o in una provincia autonoma si realizzino le condizioni per costituire una forza politica capace di rappresentare l'elettorato di orientamento Democratico, il Partito Democratico, a fronte della reale adesione locale al progetto, stabilisce con essa un rapporto confederale. L'accordo è deliberato dalla Assemblea nazionale a maggioranza assoluta dei suoi componenti; 2) L'accordo confederativo implica che il partito locale si riconosca nelle liste del Partito Democratico per il Parlamento nazionale ed europeo ed abbia la facoltà di presentare propri candidati all'interno delle medesime liste. Per le elezioni regionali e locali l'accordo confederativo comporta la rinuncia del Partito Democratico a presentare proprie liste ovvero la regolare presentazione di liste elettorali comuni con il partito locale confederato».Come si può constatare anche dalla lettura della norma vi sono le massime garanzie di autonomia politica, statutaria e finanziaria della nuova forza politica che potrebbe nascere in Trentino. Questo percorso permetterebbe di portare finalmente a sintesi anche da noi la ragione fondante del Partito Democratico ossia l'incontro delle culture che storicamente hanno fondato la nostra Repubblica cioè la cultura cattolico-democratica, socialista e liberale. L'elettorato democratico del Trentino ha già manifestato di saper scegliere, anche votandoli, candidati che provengano da una delle culture e sensibilità politiche rammentate. Così facendo ha dimostrato che alcune distinzione sono solo ad uso politico tra i partiti e non hanno più alcun fondamento nella società civile.Compito delle forze politiche interessate è quello di prenderne atto e superare obsolete ed inutili formule per permettere di potersi riconoscere certo in una forza politica territoriale ma che sia anche innovativa, moderna e di stampo europeo come sicuramente è il Pd a cui confederarsi con il nuovo soggetto politico trentino. Ritengo che spetti al Pd del Trentino fornire questa possibilità di evoluzione del sistema ponendo al centro del dibattito congressuale l'evidenziata opportunità.
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Partito Democratico del Trentino