Congresso provinciale, rassegna stampa

Si sta affollando la platea degli aspiranti alla carica di segretario del Pd del Trentino in vista delle primarie del 16 marzo con il rischio che si replichi la competizione tra correnti del 2009 (nonostante una parziale scomposizione e ridefinizione delle varie anime d'allora) che ha portato al risultato di una spartizione del consenso, senza un vincitore netto. Si fanno avanti i quarantenni.
L. Patruno, "L'Adige", 14 gennaio 2014


 Nell'assenza di una figura carismatica, capace di catalizzare il consenso di gran parte del partito e del popolo del Pd, si aprono spazi per i volti - più o meno nuovi - della generazione dei trenta-quarantenni del partito, pronti a cogliere l'occasione del cambiamento. Dopo le disponibilità espresse dal coordinatore del Pd di Trento,  Vanni Scalfi, e della responsabile del comitato Renzi in Trentino, Elisa Filippi, si è fatto avanti il consigliere provinciale ed ex sindaco di Villa Lagarina, Alessio Manica, con la definizione di «anti-rottamatore» ed espressione degli amministratori. Anche Giulia Robol, però, viene dalla Vallagarina ed è assessore comunale a Rovereto.
Il suo nome è venuto alla ribalta e lei conferma che: «Ci sto ragionando e sto tirando le conclusioni».
E anche l'attuale coordinatore provinciale, il «traghettatore»  Italo Gilmozzi, ha detto di essere a disposizione se il suo nome dovesse servire per fare sintesi.
A questo gruppo si aggiunge la fase di riflessione del consigliere provinciale  Luca Zeni, che non ha ancora deciso se scendere in campo in prima persona o sostenere qualcuno degli altri papabili. Zeni è un renziano, come Elisa Filippi, ma tra i due non sembra correre buon sangue. Anzi, non c'è proprio  feeling, da qui l'ipotesi di una candidatura in proprio o addirittura una convergenza su altri. Con Giulia Robol, ad esempio, Zeni ha condiviso un percorso nella Margherita, ma nel Pd poi ognuno ha fatto la sua strada.
I confronti, comunque, sono in corso e la situazione è ancora molto mobile, perché certo tutti si rendono conto che un'eccessiva divisione rischia di portare a un segretario troppo debole. Nel 2009 alle primarie si presentarono in quattro: Giorgio Tonini, Roberto Pinter, Renato Veronesi e Michele Nicoletti. Quest'ultimo fu il più votato ma non a sufficienza per avere la maggioranza assoluta del partito e la situazione diede vita a una segreteria a più teste che questa volta si vorrebbe evitare. 
Civico e gli ex kessleriani. Il capogruppo provinciale del Pd,  Mattia Civico, che già si candidò nel giugno 2008, sfidando Alberto Pacher, per la carica di primo segretario del Pd trentino, sta preparando una sua mozione per il congresso e non esclude la sua candidatura.
In effetti, quest'area ora orfana di Rosy Bindi - a livello nazionale - e che nel 2009 aveva sostenuto Michele Nicoletti, vicina all'ex deputato Giovanni Kessler, e che ha contribuito allo straordinario successo di Donata Borgonovo Re alle elezioni provinciali, non ha ancora espresso un nome.
Nessuno di quelli venuti allo scoperto, infatti, viene dalle fila di questa componente e anche l'ex deputata  Lucia Fronza Crepaz, che pure si era messa a disposizione questa estate come segretario di transizione dopo le dimissioni di Nicoletti, magari in una triade che garantisse tutti, ora si chiama fuori. «Non ho intenzione di fare il segretario del Pd - dice Fronza Crepaz - e penso che prima di scegliere il nome si debba costruire una squadra intorno a un progetto politico».
Mattia Civico invece spiega: «Vorrei dare un contributo sull'idea di partito e sulla base valoriale condivisa. Ho in mente 10 punti chiari da cui partire. Ma non parto dal mio nome e i nomi per il momento non aiutano. Guardo con interesse alle "prove di dialogo". È necessario superare lo schema delle attuali correnti locali e nazionali». Insomma, se non si troveranno convergenze è probabile che ogni gruppo pianterà la sua bandierina.

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