Cerca di unire le forze quella parte del Pd che vuole cogliere l'occasione delle primarie del 16 marzo per aprire il partito e scrollarsi di dosso quelle incrostazioni legate agli antagonismi di fazioni nazionali o locali, che hanno diviso per anni il partito in fronti tipo «dalemiani» o «veltroniani», «pacheriani» o «kessleriani», impegnati più a divorarsi a vicenda che a fare crescere il partito e dare risposte ai cittadini. L. Patruno, "L'Adige", 13 gennaio 2013
Il successo di Matteo Renzi a livello nazionale, insieme al buon risultato di Pippo Civati, ha rappresentato - anche in Trentino - questa speranza di cambiamento, non solo generazionale, ma soprattutto nel modo di fare politica.Elisa Filippi, giovane responsabile del comitato per Renzi in Trentino, è tra i nomi nuovi pronti a mettersi in gioco per la segreteria provinciale; ma in quest'area c'è in pista anche Vanni Scalfi, coordinatore del Pd di Trento e promotore del comitato per Civati, che ieri per evitare il proliferare di candidature si è rivolto a chi vuole «un Pd aperto e coraggiosamente riformista» per «un percorso locale che vada oltre le appartenenze». Elisa Filippi, Scalfi dice che non ha senso andare al congresso con 4-5 candidati che condividono la stessa idea di partito. E si è detto pronto a fare un passo indietro. Condivide questa impostazione? Sicuramente. È una proposta che accolgo con grande favore. Dalle sue parole trovo che sia emersa un'analisi molto simile alla mia, anche rispetto alle affermazioni di Pinter e al fatto che andare oltre vuol dire cambiare approccio, non è tanto questione di età. Io ho ricevuto tante sollecitazioni trasversali, non solo dai "renziani"; e al di là delle mozioni nazionali, penso davvero che siamo tutti «democratici», le differenze sono nell'idea di partito che abbiamo e sui temi e le proposte. Vorrei confrontarmi con tutte le anime del partito e le varie piattaforme e capire quali possono essere le convergenze. Il consigliere provinciale Alessio Manica ha annunciato la sua candidatura alla segreteria definendosi orgogliosamente «anti-rottamatore», con evidente riferimento anti-renziano. E ha detto di lei che la sua candidatura avviene «sulla scia degli eventi nazionali», della «fiammata renziana». Si sente in contrapposizione rispetto all'idea di partito di Manica? Non lo so, perché Manica non ha ancora detto qual è la sua idea di partito. E francamente non capisco come chi vuole diventare segretario del Pd del Trentino, che per quanto autonomo dal punto di vista organizzativo fa parte del Pd nazionale, abbia potuto non esprimere il suo orientamento sul congresso nazionale. Mi sembra un profilo debole. E ho trovato una mancanza di stile nei suoi giudizi sulle persone, per cui sembra che Renzi sia nel Pd per caso e io per caso in Trentino. Confrontiamoci piuttosto sulle proposte. Il Pd nazionale è andato oltre la rottamazione: si parla di nuove idee non di rottamazione di persone. Quali sono le proposte? Ci sono temi importanti come l'autonomia, che è fondamentale, la trasparenza, la riduzione dei costi della politica, l'Europa, e il lavoro sui quali dobbiamo esserci. Giovedì prossimo in direzione nazionale del Pd discuteremo di Job Act. Noi in Trentino con la delega sugli ammortizzatori sociali potremo essere promotori di un nuovo modello. Il Pd è il primo partito del Trentino e ha la responsabilità del governo anche se non la leadership della coalizione. Penso che negli ultimi 5 anni si sia governato bene a livello provinciale, come nei comuni a Trento, Rovereto e nelle altre amministrazioni dove siamo presenti. Ma serve un'azione di supporto e condivisione reciproca tra il partito e i nostri amministratori a cominciare dalla giunta e dal consiglio provinciale per elaborare e realizzare le nostre idee. Ed è molto importante la buona presenza di donne che siamo riusciti ad avere sia in giunta che in Consiglio. Manica, che è stato sindaco, promette di valorizzare il rapporto con gli amministratori. E lei? Ho lavorato per l'Anci (Associazione dei comuni) a Bruxelles su misure per i comuni, conosco bene il loro ruolo e conosco i comuni trentini. Ma non è che ci si presenta per essere a supporto degli amministratori, solo perché si parte da una comune esperienza personale. Il Pd è un partito aperto, con un progetto politico che vuole mettere in rete gli amministratori.
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Partito Democratico del Trentino