Hanno usato la diavolina. Un po' di diavolina proprio a fianco di ogni gomma. E le hanno dato fuoco, immaginando probabilmente che le fiamme avvolgessero l'intera auto. In realtà il tentativo era abbastanza maldestro da far danni davvero limitati, ma l'episodio resta inquietante. Perché la macchina era in un cortile privato, recintato. E non in una casa qualsiasi. Nell'abitazione dell'assessore di Brentonico Dante Dossi. Che ieri ha sporto denuncia.
"L'Adige", 20 dicembre 2013
Mentre il suo sindaco, Giorgio Dossi, pur senza lasciarsi andare all'allarmismo, lo dice chiaramente: «È un episodio inquietante. Che colpisce una personalità di primo piano della nostra giunta e che non appartiene alla cultura della nostra comunità».Chiunque si sia improvvisato piromane ha agito durante la notte. Erano le 4 di mattina quando in casa Dossi si sono agitati i cani. Hanno iniziato ad abbaiare. Ma nessuno ha fatto caso a loro. Si è pensato a qualche rumore, ad un animale.
Poi al mattino, l'assessore Dossi è uscito di casa. Tutto pareva normale. È salito sull'auto, una Volkswagen Golf, ed è partito. Ma dopo pochi metri si è reso conto che aveva problemi ad una gomma. È sceso e ha dato un'occhiata: la ruota era bruciata. Allora è tornato a casa e si è accorto: in corrispondenza delle quattro ruote c'erano i segni evidenti di una combustione. E allora si è ricostruito l'accaduto: la diavolina, usata come innesco, avrebbe dovuto appiccare il fuoco a tutte e quattro le gomme. Con risultati ben diversi da quelli effettivamente concretizzatisi. Invece la diavolina è bruciata sì, ma senza coinvolgere le gomme, a parte una.Se i danni sono limitati, tuttavia, resta incomprensibile il motivo.
E resta piuttosto inquietante il gesto. Perché il fatto che si sia trattato di una persona evidentemente non abituata a simili azioni, vista la dinamica tanto insulsa quanto inefficace, importa poco a chi deve fare i conti con i possibili moventi. Che, attualmente, non sono chiari.
Assessore ai lavori pubblici e all'ambiente, Dante Dossi è insegnante all'Iti Marconi. E divide il proprio impegno tra la scuola e il municipio. E se in molti guardano alla sua attività in Comune per capire il gesto dell'altra notte, lui non si capacita dell'accaduto. «Non ho davvero idea. Ho fatto scelte, quindi a qualcuno posso non essere piaciuto, ma non ho trattato argomenti o temi particolarmente spinosi, non avuto scontri, non mi hanno mai minacciato, non ho avuto alcun sentore preoccupante».
Ieri l'assessore, dopo essersi reso conto dell'accaduto, ha insistito per tornare alla vita quotidiana: ha fatto sistemare l'auto, è passato in municipio, poi, con la stessa macchina, è andato all'Iti, per la serata di scuola aperta. «Io continuerò il mio impegno in modo sereno - spiegava ieri - ma certo, un po' di allarme c'è. E qualche riflessione dovrò certamente farla».
Certo le riflessioni le faranno i carabinieri, a cui Dossi a denunciato l'accaduto. Ed è sul fatto che l'indagine chiarisca l'episodio che confida anche il sindaco Giorgio Dossi. «Si tratta di un episodio davvero inquietante, che non appartiene alla storia del nostro altopiano. Da noi non c'è questo tipo di mentalità».