M. Nardelli, "L'Adige", 13 giugno 2009 Tornare sui propri passi è segno di intelligenza. Che ciò avvenga sul piano dell'azione amministrativa e politica sarebbe oltremodo importante, quand'anche piuttosto raro.
Ma quando è in gioco uno dei luoghi più suggestivi dell'arco alpino, di straordinario valore naturalistico, paesaggistico e faunistico, questa capacità di interrogarsi e, se è il caso, di fare un passo indietro rispetto a scelte che suscitano sconcerto e forte opposizione, questo è semplicemente doveroso.
Se le soluzioni alternative finora studiate non hanno dato sufficienti garanzie di minor impatto ambientale, si cerchi ancora, responsabilmente e con il concorso di tutti. Non mancano nell'arco alpino sperimentazioni positive di collegamento che pure hanno rispettato gli ecosistemi territoriali. In questa vicenda non c'è contrarietà al collegamento, ma la preoccupazione di fare bene e di non rovinare in maniera irreversibile uno dei siti più spettacolari del nostro ambiente montano.
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