Abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, il Pd locale appoggia in pieno la linea di Matteo Renzi e ne chiede l'abolizione già a partire dal 2014. Nell'assemblea nazionale del Partito democratico, svoltasi ieri a Milano, il nuovo segretario ha ribadito con forza la necessità di ridurre in tempi stretti i costi della politica, partendo dall'azzerramento dei trasferimenti di denaro dallo Stato alle casse dei vari schieramenti e dall'abbassamento delle retribuzioni dei consiglieri provinciali e regionali che, secondo lui, non devono guadagnare più di un sindaco.
"L'Adige", 16 dicembre 2013
Il senatore Giorgio Tonini ritiene che la strada tracciata dal sindaco di Firenze sia quella giusta: «Anche in Italia, come già succede in altre nazioni, penso ad esempio agli Stati Uniti, i partiti devono imparare ad essere autosufficienti. La loro attività deve venire finanziata dai privati. Per quanto mi riguarda prima si parte meglio è, Trentino compreso. Finalmente i politici dovranno conquistare voti e contributi interagendo con la gente. Chi non lo farà ne subirà le conseguenze». E aggiunge: «Con il modello che entrerà in vigore tutte le entrate e le uscite dovranno essere trasparenti e pubblicate sul web. Non saranno tollerati capitoli ambigui come le cosidette "spese varie". Dobbiamo cambiare marcia».
Da Milano, dove, insieme ad altri sette delegati trentini, ha partecipato all'assemblea nazionale del Pd, dice la sua anche il consigliere provinciale Luca Zeni: «Il Partito democratico del Trentino non ha nulla da temere su un'immediata soppressione del finanziamento pubblico. Solo con i soldi dei tesseramenti e i contributi di chi ricopre incarichi istituzionali siamo in grado di andare avanti senza troppi problemi. In un'epoca dove tutti sono chiamati a fare dei sacrifici, in particolare, le famiglie, noi non possiamo agire in modo diverso». Ricorda, però, che il suo gruppo ha appena restituito 280 mila euro di denaro ricevuto e non speso per l'attività svolta in consiglio regionale e provinciale nel corso dell'ultima legislatura: «Per riavvicinare i cittadini alla politica, dobbiamo dare segnali forti. Con i fatti, non con le parole e basta. Renzi l'ha capito, noi pure».
Italo Gilmozzi, coordinatore provinciale del Pd, è a favore dell'eliminazione dei trasferimenti di fondi pubblici ai partiti, ma non vuole che la politica futura sia condizionata da privati che con i soldi orientino a piacere scelte e nomine: «Confido nel buonsenso. Il sistema americano non mi entusiasma. Il mio è un ragionamento generale. A livello locale sono, invece, abbastanza sereno. I nostri conti, anche se non me ne occupo direttamente io, sono buoni. Non dipendiamo da nessuno. Taglino».
Mattia Civico, invece, fa una distinzione tra soldi ai partiti e ai gruppi consiliari: «Ben vengano i risparmi. Attenzione, però, a tagliare i fondi ai soggetti che operano nelle istituzioni per tutelare i diritti di chi li ha votati, come per l'appunto i gruppi che lavorano in Consiglio regionale e provinciale. Non si facciano scelte azzardate. Piuttosto si proceda per gradi. Senza fretta».
Conclude il capogruppo in Consiglio provinciale: «Negli ultimi anni in Trentino abbiamo abbassato le retribuzioni ai politici ed eliminato diverse voci di spesa. In Italia nessuno ha fatto meglio di noi».