Mi capita spesso di rispondere alla domanda: «Ma chi te lo fa fare?». La risposta è la stessa, da anni: nessuno. L'impegno politico è una passione che nasce, cresce e matura nel tempo, generata dal sogno e dalla volontà di un futuro migliore, dal sentire che ognuno di noi è responsabile di una quota di destino collettivo. Tutto qui.
Monica Ioris, "L'Adige", 2 dicembre 2013
E allora, arriva la seconda domanda-constatazione: «Ma che puoi fare tu, che la politica fa tutta schifo!?». Posso impegnarmi, partecipare alla vita politica e scegliere, rispondo. Perché la politica siamo noi, nella nostra dimensione comune, che non sta solo a guardare ciò che fanno «loro», i politici - che non sono tutti uguali -, ma partecipa e s'impegna. Ecco perché la scelta della mozione Civati è un approdo naturale, il documento - che potete leggere qui http://www.civati.it/temi/ - è stato costruito con un lungo lavoro collettivo, coinvolgendo centinaia di persone, da ogni parte d'Italia e fuori, che, con passione e competenza, hanno messo a disposizione ciò che sanno e ciò che possono, per cambiare, innovare, vivere meglio il presente e progettare il futuro. È un documento denso di sogno e concretezza, partendo da chi è più fragile e non ce la fa.
Azioni precise che rendono vivo l'articolo 3 della costituzione: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Per favore, rileggetelo, provate a chiudere gli occhi ed a pensare se ciò che hanno scritto i costituenti, sognando un paese migliore, è realizzato; se quell'impegno è stato onorato.
No, a un certo punto lo sguardo che guardava lontano si è spento e ci ha portato qui, all'oggi senza domani. Alla responsabilità che cambia senso e diventa conservazione, al restringimento del pensiero, all'individualismo che transita verso il cinismo, che lascia sole e senza voce le persone che più hanno bisogno e non valorizza chi è onesto e fa quotidianamente il proprio dovere.
Nella Costituzione è custodito il senso più profondo della nostra dimensione comune, è spesso citata e poco praticata, mentre le diseguaglianze crescono inesorabilmente ed il lavoro per i nostri ragazzi è un miraggio.
La mozione Civati è intrisa di Costituzione e di sguardo nel futuro, è fatta di equità e rimozione di ostacoli, di partecipazione politica e dignità per le persone, di impegno e merito. Un documento elaborato insieme a ragazzi (quelli veri! di 20 anni), a «diversamente giovani» e a vecchi giovanissimi nel pensiero e nella volontà, senza egoismi generazionali, ma affrontando seriamente e con schiettezza i problemi e le possibili soluzioni.
È la mozione di chi vuole cambiare davvero, di chi vuole il PD aperto ed inclusivo come doveva essere e non è stato. È la mozione che mette a disposizione di tutte e tutti noi proposte credibili e praticabili: dalla riforma fiscale alla rigenerazione edilizia ed urbanistica che non consumi più suolo, dai diritti civili all'investimento in istruzione e ricerca svincolato dal patto di stabilità, dal sostegno alle imprese innovative al reddito di garanzia, dal piccolo paese all'Europa.
L'8 dicembre puoi scegliere, perché l'imperfetto Partito Democratico è il partito degli elettori, e se ciò che è accaduto fin qui ti ha deluso, puoi dire la tua, votando alle primarie, per costruire un PD diverso, che dice quello che fa e fa ciò che ha detto, con pazienza tenace.Puoi scegliere di coltivare il pessimismo della ragione - restando a casa - o di dare voce all'ottimismo della volontà andando a votare.
Io, l'8 dicembre, voterò Civati, perchè le cose cambiano, cambiandole.