"L'Adige", 13 giugno 2009 LEVICO - Giovanni (Ganbeppe) Moschen è stato riconfermato alla guida del circolo dei Democratici levicensi dall'assemblea. Il primo degli eletti è Renato Giacomelli, viso giovane e nuovo.
Moschen, come valuta la situazione della sua città? «Levico viene nominata spesso per i propri problemi, per una certa disorganizzazione sociale e politica. Lo percepiamo anche noi. E questo guardando indietro nel tempo, non solo per gli ultimi anni del periodo Stefenelli-Fontana. Riteniamo che un certo scadimento amministrativo abbia le proprie origini fin dagli anni '70. Riteniamo sia l'ora di darci una mossa per cercar di capire e imboccare un percorso virtuoso». Quale e come intende imboccarlo? «Riteniamo sia giunto il tempo di un cambio generazionale, per un rinnovamento sostanziale. È necessario un allargamento ed un inizio di rinnovamento della nostra compagine e dei nostri rappresentanti nelle istituzioni, pur tenendo in conto un minimo di continuità storica. Anche un partito vive del crescere e rinnovarsi dei propri aderenti. Ritengo questa necessità improrogabile». Che farete nel 2010, anno delle elezioni comunali? «Proporremo le novità che i nostri cittadini si aspettano. Per motivi pratici, un po' forse anche tattici, abbiamo chiesto a Carlo Stefenelli di ripresentarsi ancora per un ultimo mandato poiché riteniamo serva ancora qualche anno per identificare un successore, ma è nostro intendimento incidere con vigore nella rappresentanza consigliare». Ma Stefenelli nel 2010 sarà sindaco già da 10 anni. Che razza di rinnovamento è mai questo? «Non abbiamo trovato ancora una persona pronta e all'altezza del compito. Nella nuova compagine consiliare dovremo identificare gli amministratori futuri, sindaco e assessori. È ora che Levico trovi il ritmo del fare. Non solo del parlare o del contrastarsi. Quando Stefenelli non ci sarà più, dovrà crescere tra noi quel garante, quel mediatore capace di tenere assieme la coalizione necessaria».
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