OLIVI illustra le linee di politica economica: segnale immediato con gli ammortizzatori. Le priorità della nuova giunta saranno ossigeno a imprese e artigiani.L. Patruno, "L'Adige", 13 novembre 2013
Alessandro Olivi, nuovo vicepresidente della Provincia nonché assessore allo sviluppo economico e al lavoro, all'indomani della nomina a vicario del governatore Rossi alla testa di un assessorato forte, è felice per quello che ritiene essere soprattutto il risultato di un suo successo personale - la valanga di oltre 13.600 preferenze lo dimostra - che ha riscattato, benché parzialmente, l'assurda sconfitta alle primarie. Una sconfitta, quella di luglio, la cui responsabilità - invece - Olivi attribuisce ora più che mai a «una gravissima sottovalutazione politica di quel passaggio da parte del Pd, perché è il Pd che ha perso le primarie». La vicepresidenza della Provincia è una carica che si aspettava? Diciamo che il mio risultato elettorale non lasciava molti margini di interpretazione. Ed è un ruolo che sento di aver conquistato un po' da solo, avendo accettato di mettermi in gioco nel luglio scorso con le primarie e poi riuscendo a non farmi prendere dal rammarico e dal rancore, ma continuando a impegnarmi nel compito che il Pd mi ha affidato di essere punto di riferimento e di sintesi. Credo di aver dimostrato che il partito può uscire dalla sindrome della sconfitta e dalla subalternità in cui ci siamo cacciati da soli per anni come rifugio. Comunque lei resta il vice, non è il presidente. Certo, rispetto i ruoli e non intendo fare l'alter ego di Rossi, ma mi piacerebbe poter collaborare con il presidente con una condivisione attiva e complicità progettuale su alcune scelte importanti. La competenza sullo sviluppo economico unita al lavoro era quello a cui puntava. Rossi l'ha accontentata è soddistatto? Personalmente sono molto soddisfatto. Io ho fatto presente a Rossi che, dopo aver lavorato per cinque anni in un settore molto difficile segnato dalla più grave crisi che il Trentino abbia mai conosciuto, e avendo impostato un certo lavoro che non è stato solo di lotta all'emergenza ma di avvio delle riforme per un raccordo tra le politiche per la crescita e quelle attive per il lavoro, volevo continuare in questo solco. Mi sembrava anche un atto di responsabilità nei confronti delle categorie e al mondo del lavoro che ho incrociato in questi anni. E avevo chiesto che finalmente ci fosse una congiunzione tra politiche per l'economia e per il lavoro. Per me mettere il lavoro insieme al welfare vuol dire occuparsi del lavoro solo quando è «troppo tardi». Gli indirizzi di politica economica compresi i rapporti con Trentino Sviluppo restano in capo al presidente. È un depotenziamento del suo assessorato? No, era così anche con Dellai. Non la considero una deminutio , anche perché ho sempre avuto totale autonomia nei rapporti con Trentino Sviluppo, poi certo su alcune questioni di carattere generale è giusto che il presidente abbia una visione di sistema. I sindacati già la sollecitano sull'attuazione della delega sugli ammortizzatori sociali. Quali saranno i suoi primi interventi? Questo sarà uno dei primi atti. Già con il presidente Pacher si era fatto un gran lavoro preparatorio per definire i nuovi interventi che la delega sugli ammortizzatori può consentire rispetto agli ammortizzatori statali standard. Il primo atto che farò da venerdì è convocare le parti sociali per dare contenuto a questa delega. C'è un lavoro già impostato su giovani, reddito di qualificazione, politiche di accompagnamento all'ingresso che è bene che parta il prima possibile. Sul fronte delle imprese, invece, da cosa comincerete a dare risposte? Vedo che gli artigiani chiedono più attenzione sulle piccole e medie imprese: posso già dire che sarà così. Noi abbiamo difeso con i denti, negli anni pesanti della crisi, la presenza in Trentino di una struttura industriale che fosse una spina dorsale per uno sviluppo innovativo. Ma credo che oggi le politiche debbano essere indirizzate alla valorizzazione di un tessuto più vasto attraverso la partita della fiscalità. Io penso che già nella prima riunione di giunta o al massimo la seconda, il tema dell'allentamento dell'Irap sulle imprese, come promesso in campagna elettorale, darà il segno concreto di una immediata risposta della giunta per cercare di aiutare la crescita.
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