È il tono della voce più che le parole il termometro che consente di misurare lo stato di delusione del nuovo assessore Sara Ferrari. Le deleghe ricevute di assessore all'università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo messe insieme non hanno il peso della delega mancante, quella che il presidente Ugo Rossi ha preferito tenere per sé: l'istruzione.
P. Todesco, "L'Adige", 12 novembre 2013
L'assessore Ferrari non si lascia però andare a polemiche, ma ci tiene a precisare di non aver mai rifiutato la delega alla scuola per il semplice fatto che non le è stata mai proposta. Puntualizza anche di essere relativamente tranquilla per il fatto che, essendo in giunta, ha comunque un maggior potere decisionale rispetto a quando era semplice consigliera.
Assessore Ferrari, delusa di non aver ottenuto la delega all'istruzione? Il presidente ha valutato che il mio essere insegnante, di scuola pubblica aggiungo io, fosse un limite al fare di me l'assessore che poteva gestire la scuola. Punto. Quindi non mi è stata offerta questa delega.
Se sono dispiaciuta? Sì, lo sono. Sì perché dove si può mettere in campo competenze specifiche uno immagina di poter portare qualcosa di personale, così non è stato e mi consolo pensando che resto nel filone della conoscenza con l'Università e la Ricerca che fanno parte con l'istruzione della filiera della conoscenza insieme all'innovazione. E dunque mi prendo queste due deleghe con l'idea che comunque potrò collaborare in un percorso della conoscenza in Trentino.
Un po' briciole, se permette, rispetto all'idea iniziale. È un'altra idea, però mi è stato detto subito che non era opportuno che me ne occupassi proprio per il fatto di essere un'insegnante. Il mio status non è stato visto come un qualcosa di favorevole bensì come un ostacolo.
Rimarranno delusi gli insegnanti? Quelli che se lo aspettavano e auspicavano una mia nomina in questo senso sì, anche perché so di essere stata sostenuta da molti di loro in campagna elettorale. Queste persone devono però sapere che non è dipeso da me e che io non faccio parte di coloro che hanno rifiutato la delega alla scuola. Semplicemente non l'ho mai avuta nella mia disponibilità. È stata una scelta del presidente che spiegherà nel dettaglio le motivazioni.
Ci sono però margini per una sua possibile collaborazione nel settore? Avendo questa delega il presidente e essendo io parte della giunta potrò avere più responsabilità sul tema della scuola rispetto a quando ero semplicemente consigliera. Sono fiduciosa che questa cosa non mi resterà estranea e che potrò collaborare con il presidente.
L'obiettivo del presidente Rossi, per quanto riguarda l'istruzione, sembra quello di avere una scuola trilingue. Questa è una cosa strategica e interessante. Credo però che la scuola trentina abbia tante cose da affrontare insieme a questa. Le lingue non possono e non debbono essere l'unico obiettivo di questa legislatura. Sarebbe riduttivo. Ci sono tante altre questioni aperte e io immagino di poter collaborare con il presidente anche per individuarle.
Ci può fare qualche esempio di nodo da affrontare? Preferisco di no in quanto non voglio che le mie parole vengano interpretate come un'ingerenza in un settore che ora è di competenza del presidente. Io mi sento di dire che ci sarò. Le delibere passeranno dalla giunta e sarò anche in consiglio e quindi mi sento di avere una posizione privilegiata rispetto agli anni scorsi. Quindi di poterci mettere un po' di più il naso al di là delle deleghe attribuite.