«Pronta a entrare in giunta, non escludo sanità e welfare»

Borgonovo Re: "Attendo le proposte di Rossi, ma anche la presidenza del consiglio sarebbe un ruolo di peso". "Noi adesso ragioniamo in termini di competenze, capacità, adeguatezza, talento: dobbiamo capire dove possono lavorare al meglio le persone che i cittadini hanno mandato in consiglio. Altri ragionamenti li sento lontani da me". 
C. Bert, "Trentino", 7 novembre 2013


Consigliera Borgonovo Re, gira voce che lei starebbe frenando su un suo ingresso in giunta. È così?
Affatto. Sono in attesa delle proposte che mi farà il presidente Rossi.
Quindi non ne ha ancora ricevute? No. Credo sia ancora tutto nella testa del presidente, lo ha ribadito in varie occasioni. Dopodiché io non ho affermato né escluso niente.
Non c’è quindi una sua pregiudiziale a entrare in giunta? No. L’interrogativo per me è dove posso onorare al meglio le 10453 preferenze che ho ricevuto dai cittadini trentini. Questa è l’unica responsabilità a cui sento di dover rispondere. Ma non posso decidere senza una proposta del presidente. Quando l’avrò, valuterò se mi consentirà di rispondere con piena responsabilità al mandato degli elettori.
La sua collega Sara Ferrari per esempio ha già detto di sentirsi portata a occuparsi di istruzione. Lei? Guardi, i giuristi sono per loro natura curiosi, impiccioni, interessati a tutto. Che sia sanità e welfare come leggo spesso in questi giorni sui giornali, che sia riforma istituzionale e enti locali, o semplificazione organizzativa e burocratica dell’amministrazione, sono tutti mondi estremamente interessanti.
Quindi è falso che lei non voglia occuparsi di sanità? Mi piacerebbe sapere chi sono questi soloni che parlano a nome mio come se pranzassero o cenassero con me. Sono fantasie. Ripeto: attendo senza preferenze particolari. La proposta che mi farà il presidente verrà incrociata con le mie riflessioni su dove posso lavorare al meglio per gli elettori che mi hanno scelta. Non escludo nulla, neanche la presidenza del consiglio.
Ecco, la presidenza del consiglio. In molti sostengono che lei preferirebbe questo ruolo... Penso che ogni ruolo possa dare dei bei risultati, ma siccome non agisco da sola ma in una collegialità, devo vedere in rapporto agli altri cos’è meglio. Quello di presidente del consiglio è un ruolo istituzionale che ha anche altri ragionamenti alle spalle.
Avranno un peso per lei le riflessioni del gruppo Pd? Sicuramente. Per questo ruolo contano anche le riflessioni e gli equilibri con gli altri partiti, non solo della maggioranza. La presidenza del consiglio non viene attribuita come un ruolo di assessore, ma viene condivisa e votata dall’aula, è un percorso ancora più delicato. Mi preme solo dire che anche questo è un ruolo che ha una sua grande dignità e un grande peso. Come tutti i ruoli, dipende sempre da come lo si interpreta. Poi sa cosa sarebbe bello?
Che cosa? Smettere di chiamare l’assessorato “Sanità e welfare” e chiamarlo “Diritti e solidarietà sociale”. Vorrebbe dire mettere la persona al centro, con il diritto alla salute e con le mille sfacettature della solidarietà sociale, istruzione, edilizia popolare, welfare degli anziani, politiche giovanili, povertà, carcere. Ecco, io spero che Rossi, dovendo aggregare le deleghe, riesca magari a dare anche un cambio di denominazione, mettendo insieme cose apparentemente distanti. Nello sviluppo c’è anche l’ambiente, l’agricoltura, il turismo, perfino la cultura. I temi della mobilità sono legati all’innovazione, ma anche al benessere sociale... Non so, ci mettessimo un po’ di fantasia.
Innovazioni anche sulle deleghe? Sì, poi si dovrà fare anche un bel lavoro organizzativo che è stato fatto poco e male.
Intende a livello di amministrazione provinciale? Sì. C’è un piano di miglioramento elaboratato dalla Deloitte che va un po’ ripreso in mano e che non mi pare sia stato finora granché efficace. C’è molto da fare se vogliamo recuperare risorse ed eliminare ridondanze. Spero, come esecutivo, che si riesca a fare un bel lavoro di revisione e di pulizia, mettendoci le mani con serenità, ma anche con vigore e fantasia. Per cui questa attesa è anche un po’ snervante.
A proposito di amministrazione e enti locali. C’è chi ritiene che sia impensabile un suo incarico agli enti locali dopo il suo famoso j’accuse sulla mafia in Trentino. Cosa risponde? Mamma mia. Tanti sindaci sono stati nel frattempo rinnovati e non c’erano quando facevo il difensore civico. Con altri sindaci i rapporti sono veramente buoni. Chi vuole riprendere dal passato in modo strumentale quello che è accaduto nel 2006, lo fa comunque. Ma basta andare a rileggersi le cronache ed è chiarissimo quello che è avvenuto. Tanto più che tanti consiglieri comunali si sono formati sul vademecum che avevo scritto con il servizio enti locali all’inizio del 2000.
Un’ultima cosa. Per qualcuno Borgonovo Re presidente del consiglio e magari Luca Zeni assessore significherebbe un sovradimensionamento dell’ala critica del Pd. Non stiamo più ragionando con le logiche dei mesi scorsi. Qui ragioniamo su persone che sono state scelte dai cittadini. A me non possono più dire nulla, un numero di cittadini decisamente alto ha fatto la sua scelta e dunque io sono legittimata da questi elettori ed elettrici, così come Luca è legittimato dai suoi. Noi adesso ragioniamo in termini di competenze, capacità, adeguatezza, talento: dobbiamo capire dove possono lavorare al meglio le persone che i cittadini hanno mandato in consiglio. Altri ragionamenti li sento lontani da me.