Recordwoman delle preferenze, l’ex difensore civico e costituzionalista scoppia in lacrime quandola sua segretaria di sezione Monica Ioris le dice il numero finale delle preferenze:«Adesso diranno che sono come la Fornero... Dobbiamo farci perdonare dai cittadini l’arroganza».
P. Ghezzi, "L'Adige", 28 ottobre 2013
Professoressa Borgonovo Re, i suoi amici più ulivisti e meno olivisti speravano che arrivasse addirittura davanti a Olivi, schiaffeggiando così la macchina del partito. Per caso è un po' delusa della sua bella medaglia d'argento? «Scherziamo? Non pensavo di uscire così bene, ho preso più voti dei volantini che ho distribuito! Oltre novemila voti sono un risultato eccezionale».
(E proprio in quel momento - a las cinco de la tarde - nella sede del Pd appare Monica Ioris, segretaria dell'Argentario, che le annuncia, soffocandola di baci: «hai superato le 10mila!, devo pagare un caffè a Ruggero», che è poi il marito, il Re, uno dei suoi «tre re», con i due figlioli. E la Donata si commuove, le scappa la prima lacrima).
Diecimila lacrime? «Diranno che mi commuovo come la Fornero... I cittadini hanno bisogno di chiarezza, di semplicità, di normalità: i miei diecimila voti sono molto pesanti ma anche molto sorridenti».
Che cosa la fa più felice, oggi? «Sono felice per Violetta e Lucia che sono riuscite ad entrare con un grande sprint finale. Con loro e con Sara potremo fare un grande lavoro di squadra».
Borgonovo, Ferrari, Plotegher, Maestri: un poker di democratiche toste. «I nove del Pd sono una bella squadra, con 4/9 di donne».
Si aspettava un simile successo di coalizione? «Non in questa misura. Ma abbiamo la grande responsabilità di interpretare il silenzio dei due quinti che non sono andati a votare, un silenzio pesante. La sfida è recuperare i cittadini che ho incontrato ai mercati e ai gazebo, e che mi dicevano: siete tutti uguali».
Si aspetta un assessorato pesante, ovviamente... «Entrare in consiglio con questa forza di 10mila elettori mi dà un investimento che dovrà essere considerato, soprattutto in termini di competenza: non pongo nessuna pregiudiziale, è un percorso che dobbiamo fare insieme. Ci potrà essere una dialettica forte, ma sono sorridente e ottimista, ciascuno se la giocherà con le proprie capacità».
Le andrebbe bene anche la presidenza del consiglio provinciale, o la considererebbe una promozione-rimozione, per sloggiarla dal governo? «Sarebbe anche quella una bella sfida, con gli assessori che sono anche consiglieri. L'occasione per dimostrare che il legislativo può controbilanciare democraticamente la giunta. Ma sono pronta a tutto».
Con quale spirito? «Fare ogni cosa pensando ai cittadini, che hanno riposto fiducia in particolare in alcuni di noi».
Preoccupata per com'è fatta la squadra alleata del Patt? Ci sono consiglieri molto molto molto diversi da voi del Pd... «Da teorica di diritto costituzionale credo che in democrazia esistano i "ragionati contrasti", come li chiamava Calamandrei. Saranno cinque anni difficili, ma non possiamo permettersi di farci le guerre ideologiche gli uni contro gli altri. Collaboreremo, nelle differenze».
Le piace il signor Rossi? «Lui è stato scelto come candidato presidente. Da quel poco che lo conosco, è persona aperta e democratica, non impositiva, capace di ascolto. Ci ascolteremo a vicenda. Ci misuriamo tutti sul campo. Se ascoltiamo soprattutto i cittadini ce la facciamo».
Anche senza il Principe Dellai? «È passato il tempo dell'uomo solo al comando. Ora si governa insieme. E poi abbiamo tanto da inventare e anche tanto da farci perdonare dai cittadini».
Dice proprio così, «perdonare», ed è un verbo poco maschile, almeno in politica. Alle 14.17, con 338 sezioni su 528, le donne nella top ten dei democratici erano solo 2 su 10. Ma Pinter già profetizzava: le due assessore rimontano.
Il deputato Nicoletti, amico da una vita di Donata Borgonovo (fin dalle comuni esperienze scout): «Abbiamo fatto un regalo al Trentino, con 4 donne su 9. Se i partiti prendono sul serio la questione di genere, si apre spazio per le donne».