Dalla rete museale agli “attori” culturali, identità e futuro del Trentino
Parlando di cultura si corre il rischio di essere troppo vaghi. Per questo considero quell'insieme di azioni e conoscenza definibile come il “sapere del territorio”. Un sapere che vive e si trasforma lungo due direzioni principali: da una parte, la cura della memoria e dell'identità trentina, dall'altra la contaminazione e lo scambio con esperienze esterne.
Alessandro Olivi, 25 ottobre 2013
Il Trentino, con la sua conformazione fragile di territorio di montagna, ha bisogno di entrambe le componenti. Dobbiamo tutelare la nostra storia ed essere, nello stesso tempo, aperti al mondo. Una sintesi che la coalizione di centrosinistra autonomista rappresenta in maniera molto precisa.
Abbiamo il compito di valorizzare una straordinaria rete museale che – grazie alla lungimiranza con la quale i nostri musei sono stati ideati e, ora, condotti – non è soltanto un'esposizione ma arricchisce con progetti e ricerche il nostro patrimonio culturale. Mart e Muse sono i vertici più in vista di questa rete, e sono sicuramente l'immagine migliore per attirare i flussi di visitatori da fuori provincia; ma non sono i soli. La sfida sarà quella di integrare più compiutamente l'offerta museale trentina in un'ottima di sistema turistico.
Allo stesso modo, anche la rete dei “protagonisti” culturali come le scuole di teatro, le scuole musicali, le biblioteche, le associazioni, vanno incentivate a raggiungere una maggiore coesione e un più forte radicamento. Sono loro che contribuiscono in maniera decisiva alla definizione di un'identità territoriale che dialoga con il mondo.
Nel programma di governo del centrosinistra autonomista vi sono due importanti obiettivi da raggiungere che il Partito Democratico del Trentino sostiene convintamente: il centenario della Grande Guerra e la creazione del Polo Archivistico provinciale.
Promuovere iniziative a ricordo di uno dei peggiori momenti della storia europea ha l'alto compito di educare ad una nuova forma di convivenza e rispetto. In una dimensione europea, il valore del ricordo della Grande Guerra è essenziale. E il Trentino, che ne porta ancora le cicatrici, ha il dovere di impegnarsi in tal senso.
Strettamente connesso, è l'idea di costruire un Polo Archivistico provinciale che permetta la facile consultazione da parte dei cittadini e che, auspicabilmente, possa riunire l'Archivio provinciale e quello di Stato.
Il prossimo governo provinciale avrà la necessità di cambiare passo anche nell'ambito delle politiche culturali. L'idea che noi dobbiamo coltivare è quella di riuscire a fare meglio con meno. Con meno risorse ma non con meno entusiasmo. Perché tra tutti, la cultura è il settore dove smettere di crescere è più pericoloso.