No, non sarà una legislatura come le altre. Rispondo secco al quesito che pone, alla fine, il direttore de L’Adige, Pierangelo Giovannetti, nel suo editoriale di domenica. Si chiede, Giovannetti, se i candidati abbiano capito che la prossima non sarà una legislatura come tutte le altre. E se pure la domanda - posta in quei termini - è retorica, non ho timore a dire che i candidati del Partito Democratico del Trentino hanno capito benissimo che cosa ci aspetta.
Alessandro Olivi, 23 ottobre 2013
Fare meglio con meno, del resto, è la chiave di tutto il nostro programma, e del programma della coalizione di centrosinistra autonomista. In questa frase è riassunta sia la consapevolezza che si sta aprendo una nuova stagione per il Trentino - più difficile, certo, ma stimolante - sia la volontà di un impegno preciso: creare nuove e solide opportunità di sviluppo.
Una campagna elettorale, di per sè, tende alla semplificazione, alla banalizzazione, soprattutto - caro Direttore - ad uso e consumo dei giornali. Per quel che ci riguarda, i nostri candidati non hanno cercato la battuta, lo slogan d’effetto, lo show mediatico. Ho girato molto, insieme a loro, in queste settimane, e quello che ho visto è serietà, impegno e passione. I nostri candidati non hanno mai ceduto alla tentazione di scendere ad uno scontro su bassi livelli, non hanno mai fatto promesse populiste, non hanno mai fatto del rancore e dell’individualismo il motivo della loro candidatura.
Quello che i nostri candidati hanno detto è che un Trentino democratico, riformista ed autonomista può farcela a superare gli anni difficili che ci aspettano. Il nostro programma, portato nelle piazze, nelle sale cittadine, nei bar e nei circoli dai nostri candidati, è fatto di priorità e obiettivi concreti. Il Partito Democratico è un partito vero, con molteplici e forti radici, che vive nella comunità e che conosce problemi e risorse del territorio, garante e custode dell’autonomia trentina. Ecco perché non ho paura a dire che i nostri candidati hanno ben presente il contesto in cui si svilupperà la futura legislatura e, soprattutto, hanno già detto molte cose a riguardo dei problemi che i prossimi consiglieri e la prossima Giunta si troveranno ad affrontare.
Abbiamo idee chiare sulla riforma amministrativa, con un passaggio deciso di poteri e funzioni alle “autonomie nell’autonomia”, per avere una Provincia meno elefantiaca e più snella; abbiamo idee molto chiare anche sul concetto di responsabilizzazione che dovrà improntare il rapporto tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione. Meno controlli, meno carte, meno vincoli ma più responsabilità delle aziende e dei trentini. Abbiamo progetti ben precisi sulle opportunità per una nuova filiera della conoscenza che includa anche il mondo del lavoro, con un nuovo disegno di welfare che sia funzionale al lavoro e non alternativo ad esso. Parliamo di ambiente con la sensibilità di chi conosce l’importanza dell’equilibrio tra sostenibilità e sviluppo.
La nostra coalizione, a proposito del rapporto tra Trento e Bolzano, è stata l’unica a rivendicare la necessità di un’autonomia moderna ed europea, e in questa crediamo. Anche alla luce dell’incontro del nostro candidato Ugo Rossi con il candidato della Svp Arnold Kompatscher, le assicuro, caro Direttore, che non sono solo parole.
Non è vero che i nostri candidati hanno evitato di parlare di problemi, progetti ed idee. Ogni giorno, nell’ultimo mese, è stato un susseguirsi di incontri, dibattiti, riunioni. Non voglio parlare di quello che altri candidati non hanno detto (o che hanno detto e che potevano evitare), ma posso dire con certezza che i candidati del Partito Democratico del Trentino sono entrati nel vivo dei problemi - e delle opportunità - del Trentino di domani.
Ma vorrei dire anche di più: il nostro impegno non è un fatto dell’ultim’ora, così come la nostra lista non è un insieme variopinto di persone. Se il Trentino sta “tenendo” in questa crisi molto meglio di altre realtà non è per chissà quali motivi. La ragione va cercata nell’azione di governo di questa legislatura che sta concludendosi, condotta all’insegna dell’ascolto, del rispetto e di una visione riformatrice ed autonomista che ha già dato i suoi ottimi frutti. E che crediamo possa continuare a farlo.