Lunedì, a Roma, è stata firmata l’intesa tra Stato e Provincia in materia di ammortizzatori sociali. Con essa si è andata realizzando la condizione per una maggiore autonomia della Provincia su questo fronte, necessaria ad avviare un sistema innovativo anche sulle politiche del lavoro.
Alessandro Olivi, 21 ottobre 2013
La delega garantirà al Trentino, da un lato, maggiore equità del sistema di welfare, promuovendo misure universalistiche, modellate sulla generalità dei cittadini, e, dall'altro, di vincolare le politiche di sostegno e stabilità dei redditi alla ricerca attiva di un impiego.
Questa prerogativa ci permette di disegnare una nuova piattaforma di sviluppo per il nostro territorio che integri in modo strutturato tutti gli attori di un sistema complesso come quello del lavoro. E non sto parlando soltanto dei soggetti tradizionali - imprese, sindacati, categorie, agenzie - ma anche di tutta la filiera della formazione: da quella primaria fino alla ricerca ed all’alta specializzazione.
Credo, infatti, che sia finito il periodo del “muro contro muro” tra mondi contingui; ed è finito anche il tempo della “cortese indifferenza”, cioè dell’agire individuale, senza dialogo né interazioni profonde e produttive. Formazione, lavoro, impresa e welfare devono essere tenuti strettamente insieme e va promossa la contaminazione per avviare politiche innovative, progettate sulle esigenze specifiche del territorio.
Ma questo non è tutto. Con questa delega non solo ci sostituiamo allo Stato - come già avviene per altre competenze - ma facciamo di più e meglio. Abbiamo la straordinaria opportunità di intervenire su due ampi fronti: da un lato sulle politiche attive per i giovani e dall’altro sull’accompagnamento alla transizione verso un nuovo modello di organizzazione del mondo del lavoro.
Per i giovani dobbiamo elaborare politiche attive di formazione, per facilitare loro l’ingresso nel mondo del lavoro ed aumentarne la qualità. Penso al reddito di qualificazione per consentire ad un giovane di continuare a studiare ed accrescere le proprie competenze, anche in un rapporto di part-time lavorativo.
Allo stesso modo, dobbiamo garantire opportunità ma anche tutele. Oggi un vasto numero di lavoratori non è inquadrato secondo contratti tradizionali. Ciò significa, scarsa tutela, welfare insufficiente e ammortizzatori assenti. Noi vogliamo dare sostegno e tutela a chi non li ha mai avuti, seguendo l’evoluzione del mondo del lavoro. Mi riferisco, in particolare, a quei giovani costretti a lavorare con partita IVA.
Dall’altra parte, dicevo, dobbiamo accompagnare la transizione di quei lavoratori che interrompono il proprio percorso professionale: non vanno lasciati soli ma devono essere accompagnati a riconvertire le proprie competenze, migliorandole e formandoli al cambiamento. In questo modo, l’interruzione forzata di un rapporto di lavoro diventa un momento in cui aggiornare la propria preparazione ed orientare la propria vita professionale.
Mi preme però precisare che questa visione del futuro è una prerogativa esclusiva della coalizione di centrosinistra che, grazie anche al contributo decisivo del Partito Democratico, in questi anni, ha gettato le basi di un Trentino moderno, laboratorio per un riformismo di stampo europeo. Ci abbiamo creduto, abbiamo lavorato sodo ed abbiamo ottenuto risultati importanti, come questa delega sugli ammortizzatori. Ha senso gettare via tutto? Che interessi ha chi vuol farci ripiombare indietro di anni, a ragionare con vecchie logiche, totalmente incapaci di affrontare questa crisi? Le risposte vanno cercate fuori dagli slogan scomposti e dalle parole d’ordine di chi cerca di distogliere l’attenzione dalle questioni serie. Le risposte stanno nella credibilità e nella concretezza, nell’esperienza e nell’onestà.