C’era un serie televisiva dove i “cattivi” erano alieni, simili a rettili, che assumevano sembianze umane. L’unico particolare che tradiva la loro natura era la lingua biforcuta, appunto come quella di un serpente. Mi viene in mente questo, pensando alla piccola polemica sugli “amici degli amici” con cui le sedicenti civiche di Mosna hanno polemizzato sui rapporti con il governo nazionale.
Alessandro Olivi, 17 ottobre 2013
Noi intendiamo l’amicizia in modo molto diverso da Mosna, Grisenti e compagni: oltre a non avere a che fare, in senso stretto, con la politica, l’amicizia è qualcosa che riguarda l’animo umano più profondo. Diverso è l’atteggiamento amicale – a cui si riferiva Rossi – che invece denota quel tipo di rapporto corretto, serio, privo di pregiudizi e aperto al dialogo.
La polemica che si è cercato di innescare, invece, ha messo in luce chiaramente come intenderebbero amministrare la provincia le liste che sostengono Mosna. Per loro, infatti, la politica è quella delle “pacche sulle spalle”, delle amicizie interessate, delle questue fuori dalle porte degli assessorati. Un modo di fare politica che il Trentino ha già conosciuto e del quale non ha più bisogno e che, anzi, deve evitare in ogni modo. Dietro una patina di presunta novità, di dichiarato rinnovamento, c’è solo il vecchio che tenta di tornare e che, appena si distrae, mostra in tutta chiarezza la propria natura. E, forse, non sarà un alieno, ma sicuramente non è nemmeno un amico.