"Chi vuole interrompere il vostro lavoro, dev'essere chiaro, non è un nemico di Whirlpool ma un nemico di chi come voi vuole fare il proprio lavoro. Se c'è qualcuno che irresponsabilmente vuole fare breccia in questo clima di coesione e di sforzo comune, va isolato. Ho detto all'azienda di tenere i nervi saldi proprio perché ha a che fare con gente seria come siete voi".
24 settembre 2013
Telefonata anonima al Trentino: «Bomba alla Whirlpool», "TRENTINO", 24 settembre 2013
La telefonata è arrivata al centralino del nostro giornale poco prima delle 2 del pomeriggio. Una voce maschile in dialetto ha avvertito: c’è una bomba alla Whirlpool. Poche parole, ma di questi tempi sufficienti per far scattare l’allarme. Immediatamente è stata avvertita la Digos che ha subito girato l’allarme al direttore della fabbrica di Spini di Gardolo, Manuel Rossi. Il dirigente non ha perso un secondo e ha convocato la rappresentanze sindacali decidendo di evacuare lo stabilimento. In quel momento c’erano almeno 200 persone.
Il turno che va dalle 13 e 30 alle 21 era montato da poco. In poco tempo, tutti gli operai presenti in fabbrica sono usciti sul grande piazzale. Nel frattempo sono arrivate due auto della squadra volante, gli uomini della Digos, gli artificieri della Polizia e i reparti specializzati dei vigili del fuoco. Tutti pronti a fronteggiare qualsiasi emergenza. I controlli sono andati avanti per oltre due ore. Al setaccio tutta la zona dell’attrezzeria, il magazzino e poi tutte le aree della produzione. Si cercavano timer o inneschi come quelli già trovati la scorsa settimana all’interno di un quadro elettrico nel reparto produzione. La ricerca è stata vana. Dopo oltre due ore, polizia e vigili del fuoco se ne sono andati.
Nel frattempo è arrivato sul posto l’assessore provinciale all’industria Alessandro Olivi che è entrato in fabbrica e ha parlato con i dirigenti per sapere come stavano le cose. Poco dopo è arrivato anche Franco Ianeselli della segreteria provinciale della Cgil. Sui loro volti, come su quelli degli operai, si leggeva preoccupazione e tensione. Al momento dell’allarme, la produzione stava andando avanti. Gli operai, chi con la polo nera con la scritta Whirlpool, chi con il gilet chiaro della fabbrica, si sono radunati davanti al grande cancello di ferro con disegnato il globo della Whirlpool. Le auto della polizia e i camion dei pompieri sono usciti verso le 17.
Poco dopo è uscito dal cancello l’assessore Olivi che ha parlato per un po’ con i rappresentanti delle Rsu e dei sindacati. Poi, anche su richiesta degli operai che volevano sapere quello che stava accadendo, l’assessore si è rivolto a tutti ed è stato chiarissimo: «Noi chiediamo lo sforzo di tutti per far lavorare le persone in tutta sicurezza. Il messaggio che deve partire è quello di una grande unità tra tutti, tra noi, l’azienda, gli operai e i sindacati. Ci deve essere una grande unità nel prendere le distanze da atti come questo. Qui vogliono fare del male a voi. Il piano che le parti sociali hanno firmato con l’azienda prevede impegno e sacrificio e si basa su un clima di coesione. Qualcuno vuol far saltare questo clima facendo del male prima di tutto a voi».
L’appello mira proprio a compattare gli operai e far sapere che l’azienda potrebbe anche tornare sui suoi passi se ci fosse un inasprimento del clima all’interno della fabbrica. Gli operai hanno ascoltato in silenzio. Poi sono tornati al lavoro verso le 18, ma solo per prendere gli effetti personali. La produzione riprenderà questa mattina e la giornata di ieri sarà considerata come ferie. Dopo il danno la beffa. Questa mattina alle 10 si terrà un incontro tra lo stesso Olivi e i sindacati. Poi è prevista un’assemblea in fabbrica. Sul fronte delle indagini, la Digos acquisirà i tabulati per cercare di individuare il numero dal quale è partita la chiamata. Se non è quello di una cabina, la soluzione potrebbe essere vicina.
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Allo stabilimento di Spini è arrivato nel pomeriggio anche l'assessore provinciale all'industria Alessandro Olivi che, alla luce dell'episodio, ha convocato per oggi dalle 10 un incontro tra la Provincia, la proprietà e i sindacati «per fare il punto sulla situazione.
Nel frattempo - ha detto parlando ai lavoratori - è che tutti prendiamo le distanze da questi atti che minano gli accordi con cui tutti voi, tutti noi, stiamo cercando con i denti di tenere in piedi questo stabilimento, ora e in futuro. Chi vuole interrompere il vostro lavoro, dev'essere chiaro, non è un nemico di Whirlpool ma un nemico di chi come voi vuole fare il proprio lavoro. Se c'è qualcuno che irresponsabilmente vuole fare breccia in questo clima di coesione e di sforzo comune, va isolato. Ho detto all'azienda di tenere i nervi saldi proprio perché ha a che fare con gente seria come siete voi».
Parole di apprezzamento che anche il direttore Rossi aveva speso per i «suoi» lavoratori: «Se finora gli stop dovuti a questi episodi non si sono riversati sul mercato (e quindi i vertici Usa non si sono - finora - accigliati, ndr) è solo grazie ai sacrifici che tutte queste persone hanno fatto, stando qui a lavorare anche sabato e domenica scorsi dopo l'incendio».Infine le parole di Ugo Rossi che ha condannato l'episodio di ieri: «Condanniamo chi, con azioni come queste, vuole destabilizzare, e lavora così contro gli stessi lavoratori.»