Presentata la lista Pd. Olivi indica la via: welfare, scuola, sanità. Gilmozzi: noi il fulcro della coalizione, anche per la qualità delle persone.
D. Battistel, "L'Adige", 22 settembre 2013
Otto consiglieri provinciali uscenti, tre medici primari, alcuni avvocati, amministratori locali, un paio di esponenti dell'ambientalismo montanaro, due soli giovani e l'inflazionatissima «società civile». Ieri, nel giardino della sede di via Torre Verde il Partito democratico ha presentato la lista dei 35 candidati in corsa per le elezioni provinciali del 27 ottobre dando il via ufficiale alla campagna elettorale.Una campagna da condurre nel solco della versione locale dello slogan inventato da Barack Obama per la sua prima elezione: «Il Trentino può» e «Oltre la crisi con il lavoro».
Già, il lavoro. Merce che anche nel Trentino inizia a diventare sempre più rara. Come sempre più rara, per un partito che affonda le sue radici nella storia della sinistra, la presenza in lista di rappresentanti di quelli che, un tempo, erano i mondi di riferimento, a partire dagli operai. «In effetti è un dato oggettivo - ammette il capolista Alessandro Olivi -. Ma non conta tanto avere testimoni fisici di quel mondo che, anzi, possono venire strumentalizzati, quanto saperne interpretare le esigenze e fornire le risposte ai problemi presentati».
«Un mondo - concorda Bruno Dorigatti, una vita all'interno del sindacato - che guarda con distanza alla politica e che anche altre liste della sinistra fanno fatica ad intercettare». «Per questo - aggiunge il presidente uscente del Consiglio provinciale lanciando la sua campagna elettorale - è arrivato il momento anche in Trentino di tornare a fare politica tra le aziende e nel mondo del lavoro».Riuscirà effettivamente il Pd a far breccia nuovamente tra le classi medio-basse? «È una scommessa - risponde Olivi, che nei panni di assessore all'industria, negli ultimi cinque anni si è trovato a gestire infinite crisi aziendali con perdita di centinaia di posti di lavoro - Questo mondo o vota noi o non va a votare. È finito il tempo del leghismo e della protesta. Ora credo ci sia consapevolezza che il Pd ha lavorato di più di tutti in questo senso e che se andiamo in una fabbrica siamo gli unici a poterci entrare a testa alta».
Parla invece ai candidati cercando di motivarli a battere il territorio palmo a palmo per divulgare il verbo della coalizione il candidato presidente del centrosinistra autonomista Ugo Rossi. In pratica il discorso che fa i 22 uomini e alle 12 donne del Pd è questo: soltanto noi possiamo garantire stabilità e governabilità. «Noi davanti ai trentini dobbiamo rivendicare una cosa: non siamo frutto del caso, non siamo una coalizione messa assieme semplicemente per allargare la base elettorale», come - è sottinteso - quella di Mosna.
Il capolista Olivi parla di una lista «plurale e competente», «un mix di continuità e innovazione» che però, davanti ad una «stagione complicata come quella che si troverà ad affrontare il Trentino con 850 milioni all'anno in meno a partire dal 2014» dovrà fare uno sforzo ulteriore per focalizzare i temi che meritano l'investimento di risorse. Per dirla tutta, i settori li elenca direttamente lui: lavoro, welfare, ambiente e scuola. Al candidato presidente Rossi il capolista del Pd dichiara lealtà e fedeltà. «Ma - aggiunge - non saremo partner subalterni». E poi, già che c'è, un pensiero anche agli alleati (Patt, ma specialmente Upt) che non si capisce se è più un augurio o uno sfottò. Fatto sta che Olivi li invita «a recuperare consenso e ad aggredire il loro mondo di riferimento».
A ribadire la centralità del Partito democratico dentro la compagine di centrosinistra autonomista ci pensa il coordinatore politico Italo Gilmozzi: «Siamo il fulcro della coalizione che guiderà la Provincia, anche per la qualità delle persone messe in campo. Ci candidiamo a governare ancora presentando i risultati positivi raggiunti dalla giunta uscente».
Poi un consiglio ai candidati: volare alto, ma a contatto con i problemi della gente. Inizia la campagna elettorale che in un mondo ormai virtuale dominato dai social network per i candidati del Pd sarà soprattutto di incontri persona per persona. «Per quanto mi riguarda - spiega Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo storico in aspettativa - mi sono procurato l'elenco di tutti i mercati settimanali in giro per la Provincia: lì c'è il contatto diretto con la gente vera»