«Pd fedele, non soldatino»

Il Pd sarà fedele, ma non accetterà «a scatola chiusa» le decisioni della giunta provinciale. Olivi:«Il Pd sarà ancora la forza più rilevante di questa coalizione e quindi non farà la costola sinistra del Patt. Noi dobbiamo essere il baricentro culturale, prima ancora che politico, dell'alleanza, interpretando i fermenti vivi che ci sono nella società e non governando solo pensando al consenso, perché così non si fanno le riforme che servono al Trentino». 
"L'Adige", 16 settembre 2013


Se siano assicurazioni o avvertimenti al candidato governatore del centrosinistra Ugo Rossi, tocca a lui stesso scoprirlo.Certo è che il tema delle posizioni «di lotta e di governo» del Pd degli ultimi 5 anni sono un tema caldo in questa campagna elettorale. Ieri, nel corso del forum in esclusiva sull' Adige  tra i due candidati presidente, Rossi e Diego Mosna, l'argomento è stato toccato più volte. E lo stesso leader del centrosinistra autonomista, pur dicendo di essere tranquillo sulla tenuta della coalizione, ammette che dentro i democratici «ci sono sensibilità diverse».«Per quanto mi riguarda - interviene oggi il probabile capolista del Pd  Alessandro Olivi  - do a Rossi tutte le rassicurazioni sul fatto che il Pd sarà leale. Chi sta dentro una squadra e, come me, ha partecipato ad un confronto interno (le primarie, ndr) sa che la prima cosa da fare è dichiarare fedeltà».«E poi - aggiunge con una provocazione - come non potrei farlo nel momento in cui Rossi, oltre a ribadire parecchi dei nostri temi, mi ruba anche le battute?». Il riferimento è alla tesi (di cui Olivi rivendica la paternità) sul fatto che ciò che distingue il centrosinistra autonomista dalla coalizione di Mosna è che da una parte «si vuole costruire assieme un Trentino che guarda avanti», mentre dall'altra «mi pare che da Grisenti emerga un trentino da "dammi il voto e poi ci penso io"».
Da qui a pensare che ad un Pd rigorosamente allineato alle volontà del governatore, però, ce ne corre.
Il Pd sarà ancora la forza più rilevante di questa coalizione e quindi non farà la costola sinistra del Patt - avverte Olivi - Noi dobbiamo essere il baricentro culturale, prima ancora che politico, dell'alleanza, interpretando i fermenti vivi che ci sono nella società e non governando solo pensando al consenso, perché così non si fanno le riforme che servono al Trentino». 
L'assessore all'industria, comunque, prevede per il Pd «un protagonismo più forte rispetto a quello che è stato nella stagione di Dellai». «Non inteso come alzare di più la voce o distinguersi rispetto alle scelte della giunta, bensì come capacità di incidere concretamente sulle decisioni». E prima che scatti ufficialmente la sfida elettorale Olivi mette le mani avanti: «Il Pd dirà la sua idea sul Trentino, non possiamo fare una campagna elettorale troppo timorosa con proposte "ultrafiltrate" affinché siano del tutto compatibili con il programma della coalizione». 
Sulla stessa linea, per una volta, il capogruppo  Luca Zeni. Uno di quelli che in questi anni sono stati meno accondiscendenti ai voleri del «principe» Dellai. «Saremo chiamati a governare 5 anni non facili  e la responsabilità richiede guardare in faccia i problemi. Credo che anche Rossi lo sappia e che non voglia andare avanti d'inerzia bensì governare insieme, trovando soluzioni condivise. E il fatto che ci sia confronto, anche franco, sui temi per dare le migliori rispose è positivo. Mi spaventerebbe una coalizione fatta di soldatini in cui la discussione è bandita».  D.B.