Pur cercandolo con impegno, non mi è facile trovare l'opportuno distacco dagli eventi in corso nel nostro Paese in queste ore. Non riesco infatti a non pensare, con preoccupato stupore, agli accadimenti in essere dietro le solite, misteriose stanze romane, dove si sta decidendo il destino di milioni di italiani, di donne, di giovani, di disoccupati, tutti appesi al capriccio furibondo di un altro italiano che, solo apparentemente, è uguale a loro. Egli infatti è fatto d'altra pasta, d'altra tempra. Nulla può vincerlo o piegarlo. Niente può frapporsi tra lui e un potere che egli usa ed ha usato spesso solo per il suo tornaconto personale.
Bruno Dorigatti, "Trentino", 12 settembre 2013
Come dimostra l’ ormai lunga teoria degli atti giudiziari che, in proposito, lo riguardano. A quest’ italiano “sui generis” non importa affatto delle conseguenze collettive del suo agire singolo. A quest’ italiano interessa solo affermare, nei fatti, che “la legge è uguale per tutti, ma per qualcuno lo è di più “. Quest’ italiano, che vede il suo Paese come una sua qualsiasi azienda, non è ormai più colpito da niente e da nessuno che non sia se stesso.
Un sé stesso diventato una sorta di idolo al quale sacrificare ogni cosa, ivi compreso lo Stato, le Istituzioni ed il futuro medesimo dell’ Italia, che a stento prova ad uscire dal baratro in cui anche lui l’ ha cacciata. Un se stesso osannato da un codazzo di cortigiani forse più ciechi di lui e comunque proni ad ogni suo desiderio. Alla fine megalomania, senso di impunità, ego smisurato, disprezzo per la giustizia e vertigine da onnipotenza porteranno di nuovo indietro questo Paese di anni luce rispetto allo sviluppo, alla ripresa ed ad una crescita che già sta dicendo di sé in altre contrade d’ Europa. Ma non importa, purchè “lui” sia salvo; purchè “lui” non debba subire quella punizione che ben tre gradi di giudizio diversi gli hanno attribuito e che ora è definitiva.
Non sono un giustizialista ad ogni costo. Non credo nell’ uso politico delle sentenze, ma sono altrettanto convinto che non vi sia alcun complotto occulto contro un uomo che ha invece un solo nemico: sé stesso. Non reputo che definire il parere sovrano di un Organo parlamentare come un “plotone d’ esecuzione” o peggio ancora una “camera a gas” sia fare il bene del Paese. So che, di sicuro, però significa fare il bene di un italiano. Uno.
Non centinaia, migliaia, milioni. Uno. Non un Partito, un gruppo economico, una associazione o una classe sociale. Uno. Uno solo. Totalmente incapace di accogliere la normalità dell’ evidenza della storia e della democrazia, del tutto privo di senso della misura e ripiegato ad accudire unicamente la propria, ormai incrinata, immagine. Non è una questione politica o di schieramento. Si tratta solo della constatazione dei fatti: l’ iroso atteggiamento di una persona, sta mandando all’ aria i sacrifici e le attese di milioni di altre. Non è un caso politico, ma egoismo patologico. E noi, tutti noi, ne saremo vittime. Bruno Dorigatti presidente del consiglio provinciale