Testamento biologico, medici favorevoli

Zumiani (Ordine): «L’Azienda sanitaria ci interpelli per costruire la banca dati, abbiamo un Comitato tecnico ad hoc».Ferrari: «É vero, manca una legge nazionale, ma rimane la competenza locale, che è di costruire un registro delle volontà espresse dai cittadini se sottoporsi o meno, ad esempio, all’alimentazione e all’idratazione forzata in fine vita. Una competenza limitata, ma a livello nazionale la sentenza sul caso Englaro ha avuto molta importanza, creando un precedente dal quale non si può prescindere». 
G. Lott, "Tentino", 8 settembre 2013

TRENTO L’Ordine dei medici accoglie con favore la delibera con cui la Provincia ha deciso l’istituzione della banca dati per raccogliere le volontà dei cittadini che desiderano esprimere la propria volontà sui trattamenti sanitari in fine vita. Secondo il presidente Giuseppe Zumiani «si tratta di un’opportunità di libertà per il cittadino, alla quale guardiamo con molto favore. É vero che la politica, per varie ragioni, è ancora ferma e non esiste allo stato attuale una legge nazionale che definisca il valore legale del cosiddetto testamento biologico, ma l’approccio al problema di questo importante atto amministrativo è quello giusto».

Ora tocca all’Azienda sanitaria elaborare, attraverso il suo Comitato etico, le modalità di raccolta e registrazione delle dichiarazioni. La delibera di giunta ha dato un termine di nove mesi per presentare una relazione specifica.
Zumiani aggiunge però che «l’Azienda non ha un vero e proprio comitato etico, ma un Comitato per la sperimentazione clinica, che si occupa anche di questioni etiche. Sarebbe opportuno che anche l’Ordine dei medici venisse interpellato durante il processo di elaborazione delle modalità gestionali della banca dati, disponiamo di un comitato etico ad hoc e siamo in grado di fornire un adeguato supporto tecnico».
Cosa accadrà in futuro, quando il registro inizierà a funzionare, lo spiega Sara Ferrari, la consigliera del Pd che ha combattuto a lungo per ottenere la delibera di ieri. «Verrà istituito un luogo fisico dove il cittadino potrà essere informato e decidere in piena coscienza di dichiarare le proprie volontà in merito al trattamento sanitario che desidera o non desidera ricevere, qualora non sia egli stesso in grado di decidere per uno stato di incoscienza dovuto a trauma o malattia. Questa dichiarazione verrà acclusa alla cartella clinica, dunque i medici che dovessero occuparsi della stessa persona, ma incapace di esprimersi, saranno consapevoli delle sue volontà». 
Il problema di fondo resta però la mancanza di un legge nazionale: la validità della dichiarazione preventiva di fronte alla giustizia è un nodo che deve ancora essere chiarito. Ma c’é fiducia che prima o poi il governo risponda a quella che è ormai sentita come un’esigenza di civiltà. 
I “cugini” di Bolzano hanno già provveduto un paio d’anni fa a istituire una banca dati dei testamenti biologici, secondo un iter che fino a qui combacia con precisione a quello adottato dalla Provincia di Trento. Fu infatti anche in quel caso il Comitato etico dell’Azienda sanitaria altoatesina a disporre le modalità di raccolta e di registrazione alla banca dati, che oramai è un’istituzione piuttosto rodata. Il modulo - come del resto l’opuscolo informativo - si può scaricare dal sito della Provincia di Bolzano e specifica qualsiasi aspetto del trattamento sanitario (dall’alimentazione forzata alla dialisi alle terapie antibiotiche), aspetti peraltro già affermati da numerose fonti giuridiche internazionali ed europee (come la Convenzione sui diritti dell’uomo e sulla biomedicina di Oviedo, che data ormai 16 anni fa) e anche del post-mortem come l’assenso agli espianti, arrivando a definire persino le modalità del funerale e dell’assistenza religiosa (se richiesta). Un modello che con tutta probabilità è ben presente nell’animo della giunta che venerdì ha approvato l’analogo provvedimento a Trento