Roma apre al nuovo patto finanziario

Durante la cerimonia in sala Depero annuncia i passi avanti: l'obiettivo è un'intesa con la legge di stabilità. Il governo Letta è pronto a trattare sulla proposta del Trentino e dell'Alto Adige di nuovo patto finanziario tra Stato e Province autonome, compresi i tempi per la messa a bilancio di 2,4 miliardi di crediti arretrati che il Trentino vanta con lo Stato e anche la delega sulle Agenzie fiscali. 
L. Patruno, "L'Adige", 6 settembre 2013


Non è sembrato vero ieri al presidente della Provincia, Alberto Pacher, che oltre tutto sta per chiudere tra poco per sua stessa scelta la sua esperienza politica provinciale, di poter annunciare durante la cerimonia di celebrazione della Giornata dell'autonomia la ripresa di un dialogo tra la Provincia di Trento e lo Stato per definire una volta per tutte i rapporti finanziari, con la concreta possibilità di arrivare ad un accordo entro fine settembre, o al più tardi a metà ottobre, in tempo utile per inserire le novità nella legge di stabilità.
Il caso ha voluto, infatti, che proprio per ieri mattina fosse stato convocato a Roma il tavolo tecnico tra fra le delegazioni delle due Province, la Ragioneria generale dello Stato e il Dipartimento Affari Regionali, coordinato dal capogabinetto del ministero per gli Affari regionali, Mauro Bonaretti, in merito ai rapporti finanziari fra Province e Stato.«Da Roma - ha detto ieri pomeriggio Pacher durante la cerimonia in sala Depero, dopo aver appreso dell'esito dell'incontro tecnico, - arrivano segnali positivi, e che succeda proprio il 5 di settembre, giornata della festa dell'Autonomia, è senz'altro di buon auspicio».
Il presidente Pacher è ottimista e definisce l'incontro «ampiamente soddisfacente» perché «si sono convenuti gli adempimenti da effettuare in tempi sufficientemente ravvicinati, entro il mese di settembre, in modo poi da poter presentare agli organi istituzionali gli esiti tecnici e le criticità di ordine politico. In particolare il direttore Bonaretti ha condiviso nelle sintesi l'impostazione delle Province, inclusa la parte relativa alla delega delle Agenzie fiscali».«È la prima volta - riconosce Ivano Dalmonego, direttore generale della Provincia che guidava la delegazione formata anche da Fulvia Deanesi e Fabio Scalet, - che ci viene detto che la nostra proposta viene considerata e che si definisce un percorso. È un bel salto in avanti che siano disposti a ragionare, anche se poi ovviamente dovremo vedere come saranno affrontate tutte le criticità».
Nel corso del mese di settembre saranno dunque programmati incontri tecnici con la Ragioneria generale dello Stato per definire la partita degli arretrati - che per il Trentino vale 2,4 miliardi di euro - relativi alle quote variabili e al gettito riscosso fuori dal territorio. Un ulteriore incontro con la Ragioneria generale dovrà approfondire il nuovo modello proposto dalle Province per la determinazione del concorso delle stesse al risanamento finanziario dello Stato e agli obiettivi di perequazione e solidarietà. Che sia stata mostrata disponibilità a trattare degli arretrati che spettano alla Provincia in base al patto di Milano ma la cui messa a bilancio non è stata ancora definita dal governo è un buon segnale visto che dal 2009 i governi precedenti (Berlusconi e Monti) avevano evitato di trattare la questione.Nel contempo il ministero degli Affari regionali si è assunto l'impegno di approfondire i dati finanziari e di costo relativi all'assunzione di nuove competenze da parte delle Province, dalle Agenzie fiscali alle pensioni sociali.
La Provincia di Trento, se viene rispettato il principio dei 9/10 del gettito erariale che rimangono in Trentino, è disponibile a farsi carico di tutte le spese che lo Stato sostiene sul nostro territorio provinciale, che riguardano ad esempio la giustizia, la gestione tributaria, la difesa, sia attraverso deleghe di funzioni (Agenzie fiscali, attività amministrativa di supporto alla giustizia) sia attraverso assunzione di oneri per funzioni gestite direttamente dallo Stato (come magistrati, carabinieri e polizia). E le ha quantificate in circa 450 milioni di euro l'anno. Con l'accordo di Milano del 2009 già il Trentino aveva rinunciato a 1.350 milioni di euro l'anno, un terzo del suo bilancio.«Ammesso che la settimana prossima ci sia ancora il governo - chiosa Pacher - questa volta forse si arriva a un accordo».