Italo Gilmozzi prima ancora di assumere il suo nuovo incarico di coordinatore politico del Pd trentino ha compiuto il «miracolo» di ricompattare - almeno per un giorno - un partito che fino ad ora ha saputo mostrare solo un volto litigioso e incapace di decisioni unitarie. Martedì sera l'assemblea provinciale del Pd - a scrutinio segreto richiesto da Emanuele Curzel - ha infatti dato il mandato pieno all'assessore ai lavori pubblici del comune di Trento con 41 voti a favore su 45 (tre astenuti tra cui l'interessato e un voto a Nicoletti). L. Patruno, "L'Adige", 29 agosto 2013
Insomma, con un consenso quasi unanime Gilmozzi si ritrova ora a svolgere il ruolo di segretario de facto del Pd fino al congresso, che si terrà dopo le elezioni provinciali del 27 ottobre, mentre il segretario dimissionario e deputato Michele Nicoletti manterrà l'incarico solo formale, avendo deciso di fare un passo indietro dopo la sconfitta del Pd alle primarie.La fase di sofferte autoflagellazioni e recriminazioni, con scambio di accuse reciproche, che ha caratterizzato il dopo-primarie in casa Pd, con la richiesta di una parte - poi rivelatasi minoranza interna - dell'azzeramento dei vertici, si è conclusa con la decisione di affidare a Gilmozzi il timone del partito in questa fase delicata - la più delicata - di preparazione alle elezioni provinciali. E questo senza rimpiazzare formalmente il segretario dimissionario per evitare che si alzassero muri, pregiudicando quella che è parsa essere l'ultima e unica via praticabile per dare al Pd trentino una guida in tempi utili. Assessore Gilmozzi, in assemblea c'era chi, come il consigliere provinciale Mattia Civico, contestava che le fosse affidato il ruolo di rappresentante politico del partito e anche la durata del mandato. Come ha fatto a superare queste resistenze? Io sono stato subito chiaro. Ho detto in modo molto sereno all'assemblea che mi era stato chiesto di coprire questa vacatio dopo le dimissioni di Nicoletti e che mi ero reso disponibile ma solo nell'ipotesi di fare il responsabile politico del partito e di poterlo fare fino al congresso. Ma l'assemblea non poteva eleggerla segretario invece di inventarsi questa figura di coordinatore politico? Non c'erano più i tempi, perché ci sarebbe voluta un'altra assemblea per accogliere le dimissioni di Nicoletti e una procedura che non rispondeva all'esigenza di avere un nuovo rappresentante del partito subito. Quindi lei farà comunque le funzioni di segretario del Pd trentino. È così? E Nicoletti? Sì, svolgerò le funzioni di segretario politico. Andrò alle riunioni di coalizione e rappresenterò il partito. L'ho chiesto in modo netto perché se c'è una persona che si confronta con il candidato presidente e gli altri partiti con un mandato pieno ha una certa autorevolezza, se va alle riunioni solo come responsabile organizzativo è come non andarci. Non sarebbe stato utile per il Pd. A Nicoletti chiederò la disponibilità a tenere i rapporti con il Pd nazionale. In questi due mesi - non mi candiderò al congresso - preferisco andare nelle valli e girare tutti i circoli che si sono sentiti un po' trascurati che andare a Roma. Come pensa di riuscire a tenere unito un partito dove sono prevalsi finora i distinguo e gli scontri interni? Beh, nel primo atto di distinguo non ce ne sono stati, visto che su 45 votanti, tra cui il sottoscritto che si è astenuto, ho ottenuto 41 voti. Ed è già un bell'inizio. È poi evidente che in questi due mesi più che correre e darsi da fare tutti insieme non c'è altro da fare. Non c'è spazio né tempo per i distinguo. Noi dobbiamo cercare di dare l'immagine di un partito che ha proposte e facce convincenti e che si mostra unito alla comunità. Per questo come prima cosa ho chiesto: basta esternazioni dell'uno contro l'altro. Del tipo lo scontro tra Zeni e Olivi? Certo. Sono esternazioni che non ho condiviso e che mi auguro non si ripetano visto che dobbiamo cercare di lavorare d'ora in poi come squadra. A proposito di squadra, si avvarrà di qualche collaboratore? Per prima cosa, come ho detto, voglio andare in giro a prendere contatto con i nostri amministratori che sono la forza del Pd, e poi coinvolgere quei giovani che si stanno impegnando per riportare un'immagine di entusiasmo nel partito. Può già fare qualche nome? Penso a Elisa Filippi, che ho apprezzato molto perché pur avendo più di un legittimo motivo per esternare il suo rammarico, ha accettato con grande responsabilità le decisioni del partito. Il suo esempio ha molto da insegnare a chi nel Pd sembra avere invece come riferimento solo il proprio interesse personale, un atteggiamento che si percepisce al di fuori del Pd e che non è quello che vogliamo che ci rappresenti.
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Partito Democratico del Trentino