Sarebbe bene che il dibattito politico in vista delle prossime elezioni provinciali riprendesse a concentrarsi decisamente sulle cose piuttosto che sulle persone, o sulle liste, pur importanti. E, nel nostro caso, le "cose" sono anzitutto la collocazione del Trentino in un' Europa sempre più differenziata. Michele Nicoletti, "Trentino", 20 agosto 2013
Basta guardare tutti gli indicatori per rendersi conto che negli ultimi anni le differenze in termini di redditi, istruzione, lavoro, welfare, disuguaglianze sociali, rispetto dell'ambiente, qualità della vita si sono paurosamente accentuate al di ua e al di là delle Alpi, quel crinale che differenzia l'Europa franco-tedesca e settentrionale dalle Repubbliche dell'Olivo come Italia, Spagna, Portogallo, Grecia. Nonostante le difficoltà e grazie alle autonomie speciali la nostra Regione è riuscita ad essere un lembo di quell'Europa dentro il territorio italiano, ma ora si tratta di capire se questa scelta viene rinnovata e se dentro questa collocazione vogliamo essere protagonisti o subalterni. Se vogliamo essere protagonisti è tempo di darsi una scossa. Nei prossimi anni si giocano partite decisive per le vie di comunicazione della nostra terra: rete ferroviaria, rete autostradale, rete aeroportuale. Per una terra di attraversamento come la nostra le vie di comunicazione sono di grandissima importanza. Se non ce ne occupiamo noi, se ne occupano gli altri. Sulla rete ferroviaria la questione cruciale è rappresentata dal tunnel del Brennero e dalla realizzazione di un corridoio europeo che da Stoccolma va a Palermo. Il tunnel è una delle grandi priorità europee e ora anche l'Austria e l'Italia si sono impegnate a fare seriamente la loro parte. Alcune settimane fa assieme al commissario europeo Pat Cox e ad alcuni parlamentari della regione abbiamo visitato il tunnel. Si apre però per il Trentino una domanda fondamentale: che succede a Sud del tunnel? La risposta è ancora avvolta nella nebbia. Ma se un territorio vuole esser protagonista, se una classe politica vuole essere dirigente, deve prendere in mano le questioni e discutere con la propria comunità le vere questioni del futuro. Pat Cox ha insistito moltissimo sull'importanza del coinvolgimento delle comunità locali, sulla partecipazione popolare e ha dato la sua disponibilità a discutere e a incontrare nuovamente i rappresentanti dei territori. Facciamolo e presto. Le direttive europee in materia prescrivono l'obbligo di informare per tempo e in modo completo i cittadini e di coinvolgerli nei processi decisionali quando le opzioni sono realmente aperte. Sarebbe grave se queste direttive venissero da noi recepite all'italiana, anzichè all'europea: abbiamo visto ciò che è successo con la Torino-Lione al di qua e al di là delle Alpi. Il rapporto con le comunità locali è cruciale per la realizzazione di queste opere. La nostra vocazione europeista ci spinge dunque a rafforzare i collegamenti internazionali - anche se non a scapito dei trasporti locali -, ma ciò deve accadere con il pieno e consapevole coinvolgimento dei cittadini. Sulla rete autostradale occorre ribadire l'impegno di tutti per una prosecuzione della gestione dell'A22 da parte di Autobrennero: è questa la convinzione di tutta la rappresentanza parlamentare del PD da Bolzano a Modena. L'attuale gestione ha rappresentato un buon esempio di protagonismo delle comunità locali, attenzione ai territori, accantonamento di risorse per il trasporto pubblico, qualificata manutenzione delle strutture. Va proseguita. Al tempo stesso va ribadito il no al completamento della Valdastico. Il Trentino è un pezzo di regione alpina, non è un prolungamento della pianura padana. In questo territorio non ha senso moltiplicare i collegamenti autostradali ma va fatto ogni sforzo per spostare il traffico dalla gomma alla rotaia. Al ministro Lupi che spera che il 27 ottobre si crei un'amministrazione favorevole al completamento della Valdastico, il centrosinistra autonomista deve ribadire il no del Trentino. Contemporaneamente deve aprire un serio tavolo con la Valsugana e con il Veneto su tutte le questioni che abbiamo aperte. Tra queste c'è anche quella dell'aeroporto Catullo, strategico per il Trentino non solo per il turismo ma anche per chi deve muoversi per lavoro, studio, ricerca. Anche su questo vi è stata una forte convergenza dei deputati PD delle province interessate a favore di una gara internazionale per l'apertura a nuovi soci industriali nella volontà di qualificare sempre più lo scalo veronese. Altre ipotesi sono aperte, ma è essenziale che la politica provinciale ne discuta pubblicamente e decida. Ho citato queste tre questioni di un lungo elenco possibile perché su questo il PD ha cominciato un lavoro di forte connessione interregionale sull'asse del Brennero - da Modena a Innsbruck - ben consapevole che quest'asse è per il Trentino di rilevanza strategica in tanti settori. Questo lavoro si basa su una ben chiara volontà di collocazione del Trentino dentro la regione alpina, dentro un modello culturale e sociale fatto di autogoverno del territorio e delle vie di comunicazione, di convivenza tra diversi, di solidarietà sociale e amore per l'ambiente. È un lavoro del PD, ma è al servizio di tutta la coalizione di centrosinistra autonomista e di tutta la comunità trentina. Per questo sarebbe utile discuterne nelle prossime settimane.
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