Il ministro Delrio: punto sui sindaci

DE GASPERI - Alla commemorazione dello statista trentino ieri ha partecipato anche il rappresentante del governo Letta: «Lui ci insegna che conta l’economia ma anche l’etica». Parole di fiducia anche per quanto riguarda la legislatura: «Il nostro obiettivo resta quello di arrivare al semestre europeo a guida dell’Italia: non si cambia».
N. Brandalise, "L'Adige", 19 agosto 2013

Pieve Tesino risorge una volta l'anno per il «suo» Alcide De Gasperi amato, ricordato e rivisto nella Lectio magistralis. Pare che questo lembo di Trentino, definito carente e disagiato, sovvenga alla memoria dei politici, senatori e deputati presenti, con più attenzione in questa occasione piuttosto che in altre. Nella passata edizione, la nona, il popolo semplice e autentico tesino s'era preparato per ricevere il presidente della Camera Gianfranco Fini.
Con la stessa deferenza ieri ha accolto il ministro per gli affari regionali e le autonomie del governo Letta, Graziano Delrio. Non è il classico politico incravattato. Piuttosto il politico consapevole di essere ospite di una comunità piccola che si fa grande nel fare gli onori di casa in un clima di assoluta giovialità. Passa in rassegna il sindaco del paese Livio Gecele, il presidente e il direttore della fondazione intitolata allo statista trentino, Giuseppe Tognon e Giuseppe Zorzi. «Qui siamo vicini a Pinzolo?», chiede Delrio incuriosito ai suoi interlocutori. Gli spiegano che la valle di Pinzolo è la Rendena.
Il Tesino è tutta un'altra storia e prima di recepire De Gasperi come una risorsa incommensurabile dal punto di vista etico e culturale c'è voluto un tempo indicibile. Anche se è il padre della nostra autonomia e in questa terra ferve uno dei centri propulsori più vivi del partito che la difende.
Ripensare l'autonomia oggi è inevitabile senza ispirarsi all'Europa. Ma a quale Europa?, chiediamo al Ministro: «Quella che De Gasperi ha voluto. Fatta da una comunità di nazioni uguali, capaci di pensare insieme, di avere una difesa comune europea, una politica monetaria comune. L'utopia di De Gasperi oggi si è fatta realtà. Noi tutti dobbiamo essere alla stessa maniera i giovani fondatori di una nuova Europa e  diventare protagonisti».  
Lei è stato sindaco e presidente dell'Anci, che suggerimento darebbe ai nostri amministratori? «Questo è il periodo più difficile. Siamo dentro la più grave crisi economica dalla fine del dopoguerra. Ci vuole molta tenacia e molta forza. Ma questi sindaci devono, come hanno sempre fatto, trasmettere speranza, fiducia nel futuro per rimanere vicini ai loro concittadini e continuare ad essere esigenti nel richiedere autonomia e responsabilità».  
Cosa significa gestire in comune le risorse? «Nel progetto di legge che ho presentato a nome del governo, stimoliamo molto le unioni comunali. Vogliamo che i sindaci imparino a lavorare molto di più insieme soprattutto nelle piccole comunità. Che reputo sia il modo migliore per difenderle. Bisogna lavorare in maniera cooperativa e non competitiva».  
Il 9 settembre la giunta del Senato si pronuncerà sulla decadenza di Berlusconi. Una data temuta dal presidente Letta per il futuro di questo governo? «Il governo farà il suo mestiere che è quello di fare ripartire l'economia, l'occupazione e di concentrarsi sulle riforme istituzionali. Noi siamo nati per questo e per il periodo che c'è stato concesso. Il resto spetta al giudizio insindacabile del Parlamento e credo che le verità giudiziarie non vadano ridiscusse».  
Si sente spesso parlare di crisi nella maggioranza e quindi nel governo. «Non per quello che dipende da noi. Siamo qui per lavorare con un orizzonte, che come è stato detto più volte, è quello del semestre europeo italiano». 
Del rigore etico e della fede nelle istituzioni è rimasta traccia nei nostri politici? «Certamente le figure luminose di De Gasperi e Dossetti da questo punto di vista ci richiamo costantemente ad una rifondazione anche etica. A non parlare solo di economia ma anche di comunità. Di indici economici ma anche di qualità della vita sociale e morale»