Le donne meritano una tutela “speciale” in questo momento storico, ma uno strumento per favorire la parità di genere come le quote rosa non deve essere l’unico per selezionare le candidature né oscurare la meritocrazia. Che vale per le donne come per gli uomini. Ne è convinta Lucia Maestri, assessore alla cultura del Comune di Trento, che si appresta a lasciare Palazzo Thun per cercare un seggio in Piazza Dante.
"Trentino", 7 agosto 2013
«Le quote vanno bene - afferma -, ma non voto donna in quanto donna. Non sono la soluzione del problema, né questa può essere l'unica argomentazione di una donna in politica».
Assessore Maestri, la decisione è presa? Si candiderà alle elezioni provinciali di fine ottobre? La disponibilità c'è, vediamo di comporre un Pd che sia davvero forte. A quelle condizioni ci sarò: diversamente vanno fatte delle valutazioni.
Se la strada sarà questa, ha intenzione di dimettersi? Da tempo il sindaco ha chiesto agli assessori che dovessero fare questo passo, di dare le dimissioni all'atto del deposito della candidatura.
Eventualmente quindi lo farebbe... Certo. All'interno della giunta non so chi altro si candiderà. Di una persona soltanto sono sicura, Violetta Plotegher, degli altri no. Sul tema delle quote rosa ci sono diverse scuole di pensiero fra le donne impegnate in politica. Per alcune è giusto che a partire dalla prossima legislatura il consiglio si metta al lavoro per dare vita a una legge in materia. Per altre si rischia di creare una sorta di riserva indiana... Io dico che le quote sarebbero uno strumento importante ma assolutamente temporaneo. Aiutano, ma devono essere a tempo. Dopo di che, bisognerebbe sempre valutare in base alla qualità.
In questo momento, quindi, ritiene sia opportuno varare la norma? Sì, sarebbe un aiuto. L'ho sempre sostenuta la legge sulle quote rosa. Non è, però, la soluzione del problema, né può essere l'unica argomentazione di una donna in politica. Che deve naturalmente spaziare a 360 gradi... Come per tutti quelli che fanno politica. Le quote vanno bene, ma non voto donna in quanto donna, ma poiché mi riconosco nella qualità della proposta fatta dalla persona che scelgo.