Zeni contestato dal gruppo del Pd

Si è ritrovato isolato ieri il capogruppo provinciale del Pd, Luca Zeni, tra i suoi colleghi consiglieri del gruppo del Partito democratico, che non hanno condiviso l'intervento sulla Finanziaria con il quale Zeni ha criticato in modo molto severo buona parte delle principali scelte della giunta, compresa la politica industriale gestita dall'assessore del Pd, Alessandro Olivi, con il quale sembra aver ingaggiato una lotta senza esclusioni di colpi dopo la sconfitta alle primarie. Zeni non aveva concordato l'intervento con il gruppo e il suo attacco è sembrato eccessivo. L. Patruno, "L'Adige", 2 agosto 2013


I più benevoli, come  Mattia Civico  e  Andrea Rudari, hanno preferito astenersi da ogni commento per non rinfocolare polemiche già troppo accese in questi giorni nel Pd.
Mentre Margherita Cogo, che in questa legislatura ha condiviso spesso con Zeni posizioni critiche verso la giunta, questa volta osserva: «Un partito forte deve riuscire a fare sintesi tra le posizioni diverse al suo interno non possiamo continuare ad andare avanti come una parte armata contro un'altra».
Molto critico è  Michele Nardelli che nel suo blog arriva a suggerire a Zeni di dimettersi da capogruppo osservando che: «Nel suo lungo intervento sulla finanziaria esprime una visione che con la posizione di un partito che fino a prova contraria è ancora di maggioranza relativa in Provincia e ossatura della coalizione c'entra ben poco. Quasi si collocasse altrove. La posizione di ognuno di noi è legittima, ovviamente, ma chi svolge una funzione importante di rappresentanza politica dovrebbe garantire una posizione improntata ad equilibrio e responsabilità. Oppure dimettersi».
Le reazioni più dure nei toni vengono però dal presidente del consiglio provinciale,  Bruno Dorigatti, che dichiara: «Zeni è il capogruppo ma non ha parlato da capogruppo. Non ho condiviso nulla del suo intervento, dalla A alla Z, nel merito e nel metodo. Non può dire che la giunta ha sbagliato la politica industriale, perché se così fosse avremmo gli operai e i sindacati con i forconi sotto le nostre finestre tutti i giorni e avremmo perso 5.000 posti di lavoro in più se non avessimo adottato gli interventi per le imprese che Zeni critica».
Altrettanto feroce è la reazione dell'assessore all'industria,  Alessandro Olivi, che si è sentito tirato in causa in prima persona, e che ha replicato: «Sono sorpreso che chi ha la responsabilità di un gruppo confonda la sua visione personale con quella di tutto il gruppo, senza riuscire a fare una corretta e rispettosa ricostruzione di cosa il gruppo del Pd e la giunta ha fatto in questi anni avendo la tendenza a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto. Mi dispiace, in particolare, che nelle parole del nostro capogruppo non ci sia stato neppure un accenno a come è stata affrontata la vicenda pesante della Whirlpool. L'intervento di Zeni sulla finanziaria - conclude Olivi - mi è sembrato solo un insieme di slogan elettorali da parte di chi pensa a conquistare consenso personale in un liberi tutti che non tiene conto che ad andarci di mezzo è la credibilità del Pd e della coalizione». 
Ieri sera, in dichiarazione di voto sulla finanziaria,  Luca Zeni  ha ripreso la parola. E per cercare di smorzare la polemica interna ha esordito dicendo: «Ringrazio il gruppo del Pd, la giunta e gli assessori per l'attività intensa di questa legislatura impegnativa in cui noi abbiamo intepretato il nostro ruolo non da soldatini ma entrando nel merito delle cose. Nel gruppo ci sono diverse sensibilità ma non ci sono state defezioni e abbiamo votato sempre tutte le decisioni della maggioranza trovando la sintesi. Molte cose sono state fatte bene ma io cerco di guardare al futuro e il cambiamento è l'unica costante della vita».