«Spero che il Pd sappia fare squadra». Alberto Pacher annuncerà solo nel rush finale il suo voto alle primarie del centrosinistra autonomista di sabato prossimo. In questa insolita campagna elettorale estiva che vede in campo tre suoi assessori, il presidente della Provincia per il suo ruolo istituzionale ha scelto - com’è nel suo stile - di tenere un profilo basso, di non esporsi troppo.
C. Bert, "Trentino", 7 luglio 2013
Ha partecipato a una bicchierata con il candidato del Pd Alessandro Olivi, ma nelle ultime settimane è stato a lungo assente da Trento, prima in ferie a New York, poi impegnato nell’attività amministrativa e istituzionale, a partire dalla chiusura della Whirlpool.
«Per tanti e vari motivi - dice Pacher - non sto seguendo queste primarie in prima persona». Ma qualcosa al suo partito dice, che suona come un endorsement, seppur soft, per Olivi: «Non so se le tensioni dei mesi scorsi si siano riassorbite, quello che spero è che all’interno del Pd ci sia la forza e la capacità di fare squadra per poi fare squadra di coalizione nell’azione di governo. Il Pd, così come gli altri partiti, ha l’occasione per proporre un proprio nome come candidato presidente della Provincia e questa è una cosa importante. Io mi auguro solo che non ci sia all’interno del partito chi possa pensarla diversamente, ma credo di no». Un riferimento a chi nel Partito democratico, Luca Zeni e Donata Borgonovo Re e i loro sostenitori, avrebbe voluto un percorso diverso - primarie aperte - per scendere in campo e potersi misurare davanti agli elettori.
Sul rischio che sabato prossimo siano pochi gli elettori che andranno a votare, Pacher non è pessimista: «Spero che ci vada più tanta gente possibile. Certo il periodo è quello che è e non aiuta una mobilitazione di massa, ma guardando anche alle primarie precedenti, quelle del 2009 per la segreteria Pd e quelle di coalizione dell’anno scorso, non ricordo che agli incontri pubblici partecipassero folle oceaniche. Eppure poi la gente a votare c’è andata, le urne hanno riservato delle sorprese». Insomma secondo il governatore non è affatto detto - come molti temono - che le primarie per la presidenza della Provincia si rivelino un flop, «parteciperanno gli elettori dei partiti, quelli più militanti, è nelle cose che sia così».
Quanto alla sfida senza troppa tensione e poco frizzante, Pacher osserva che «i tre candidati più papabili per la vittoria sono tre esponenti della giunta, una parte dell’elettorato capisce che rappresentano tutti uno stesso orientamento e che comunque si casca in piedi. È un’altra cosa rispetto a una sfida dove fossero in campo posizioni molto diverse. Ma è difficile che ci siano nella stessa coalizione».