Da ieri Alessandro Betta è il nuovo sindaco di Arco. Sindaco reggente, è vero, ma sindaco a tutti gli effetti. Fino a marzo 2014, mese delle nuove elezioni comunali. Un tempo esiguo ma sufficiente per mostrare la sua stoffa. Trentacinque anni, una figlia di tre, già ingegnere ora insegnante all'Enaip di Arco, per svariati anni segretario del Pd, da sempre partito di governo nel recente passato, Betta non conferma ma nemmeno smentisce le voci per cui l'ex sindaco Paolo Mattei, l'«imprenditore prestato alla politica», potrebbe (appunto) rientrare in casa madre Lecta (gruppo cui appartiene Cartiere del Garda, dalle quali Mattei proveniva).
"L'Adige", 2 luglio 2013
«Prestito» finito tre settimane fa, anzitempo, con l'annuncio a sorpresa in consiglio comunale delle sue dimissioni. I motivi «personali» sono finora insondabili.
Betta è stato assieme a Mattei per tre anni, non dica che non ne sapeva nulla?
«L'ho saputo qualche giorno prima ma è stato comunque un fulmine a ciel sereno. Mi è dispiaciuto, Mattei ha dato tanto slancio ad Arco. Poi però, riannodando i fili: lui ha sempre detto che non si sarebbe ricandidato; aggiungi che mi ha confidato che erano 6 mesi che ci pensava; che il suo carattere di manager lo portava a vivere male le lentezze della pubblica amministrazione...».
Un manager che si sentiva stretto nei panni di sindaco?
«La questione del magazzino comunale ad esempio si è trascinata per 3 anni che per lui erano troppi. L'ha vissuta come una sconfitta. È un manager e il suo modo di procedere è quello. E non è abituato alle assemblee infuocate, alle critiche sopra le righe, alle esagerazioni della polemica».
Non mi dirà che si è arreso.
«No. Dico, metti insieme questi "dispiaceri"; il fatto che mi ha garantito che non andrà a fare lavori di giardino...»
Alcune voci lo vogliono alla guida del gruppo Lecta.
«Finora non ha firmato nulla ma una certa frustrazione provata nell'attività amministrativa c'è stata e la fatica a tenere insieme tante cose pure. Sa però di lasciare ad Arco una maggioranza compatta. L'incarico manageriale è quindi uno scenario possibile».
I cittadini si troveranno orfani di un manager ma otterrano in cambio lei, un politico navigato nonostante l'età.
«Ho iniziato a fare politica per il campetto di Bolognano. Raccoglievo firme. Avevo 17 anni. Non ho più smesso. Mi ero candidato per fare il consigliere, mi sono ritrovato vicesindaco, ora sindaco. Ce la metterò tutta».
Veniamo ai punti caldi: le ciclabili
«La rete delle ciclabili rimane un impegno per questa giunta. È un valore aggiunto per l'Alto Garda, resta uno dei nostri punti prioritari».
Le proteste contro la nuova viabilità non vi hanno fatto arretrare
«Il piano per la mobilità è stato condiviso in consiglio quasi all'unanimità. Ora stiamo monitorando i dati. Andremo anche a parlare con i gestori del Palace hotel perché non siamo insensibili quando si parla di taglio di posti di lavoro».
Multe per i 30 orari: nemmeno una vero?
«Abbiamo a cuore prima di tutto la vita delle persone. I nostri pedoni devono essere sicuri. Ci sono stati incidenti anche mortali. Una sola persona morta investita è sempre troppo. Puntiamo a comunicare questo. Le multe arriveranno, dopo».
Sulla tettoia al Casinò invece avete fatto marcia indietro.
«Il progetto è stato congelato, il comitato partecipazione sentirà le varie componenti sociali. Sarebbe bastato mettere una firma e l'appalto sarebbe stato assegnato ma abbiamo preferito fermarci per trovare un punto di mediazione, credo sia un bel segnale da parte nostra».
Lei è espressione del partito democratico, prima come segretario, poi come vice e come sindaco. Renato Veronesi, assessore Pd, è stato sindaco prima di Mattei. Il Pd al governo non ha impedito scempi paesaggistici, pur formalmente legittimi. Si pensi all'Argentina e prima ancora alle ville di Morandini o di Pederzolli solo per citarne alcuni.
«Quanto è stato fatto non posso rinnegarlo. Credo anche che riconoscere gli errori fatti sia un segno positivo. Io, per quel che mi riguarda, ci ho sempre messo la faccia, sono sempre andato a parlare con la gente. Se poi alcune persone si sono rese protagoniste di certi periodi ne risponderanno loro».
Ma non fa sorridere, amaramente, una maggioranza che propone una mozione «ambientalista» alla propria giunta, o un ex consigliere Pds, Antonio Cassisa, che dopo anni recita il mea culpa?
«Il fatto che la maggioranza denunci una situazione inaccettabile significa che sogna di cambiare rotta, e lo trovo un bel segnale. Credo poi che se uno sbaglia, in politica, paga, nel senso che non viene rieletto».
IL PROGRAMMA
Alessando Betta lo sa. Ci sono grosse aspettative su di lui. Condurrà Arco per quasi un anno fino alle elezioni comunali di marzo 2014.
«Il lavoro fatto finora prosegue. Non dico con maggiore impegno - dice - perché di impegno ce n'era già tanto. Assumo questo compito con serenità e cercherò di fare bene. In questi giorni con i colleghi assessori abbiamo già avviato un ragionamento: stiliamo un progetto per un anno con i punti fattibili, poi li condividiamo con la maggioranza, e lo portiamo al primo consiglio. Sucessivamente ci incontreremo con i dirigenti comunali e ne verificheremo la praticabilità».