La CARTA D'INTENTI sottoscritta dalla coalizione di centrosinistra autonomista

Il Centrosinistra autonomista trentino ha rappresentato un’anomalia nel panorama politico del Nord Italia, nel quale il modello dominante è stato quello di una destra leghista e populista. Un’anomalia che ha garantito al Trentino riforme, stabilità, attenzione ai diritti e al lavoro, equità e che ha valorizzato le caratteristiche “migliori” della società trentina, quali la solidarietà, la cultura dell’autogoverno, del rapporto virtuoso con il territorio, del limite. Si è promossa un’idea di società aperta e attenta a valorizzare le differenze.
Trento, 19 giugno 2013

Nel nostro tessuto sociale è vivo e forte l'interesse per la comunità, ma questa diversità va coltivata per non essere cancellata dal pensiero dominante che, richiamandosi al liberismo e all'individualismo, subordina la politica all'economia,la società all'interesse privato.

Un progetto per il Trentino.

Anche in Trentino, dove l'Autonomia e un governo migliore  ci hanno permesso di pagare un prezzo più basso, la crisi e il crollo di fiducia si fanno sentire, colpendo la nostra economia e alimentando indifferenza e malessere.

La crisi economica e la caduta di credibilità da parte della politica e il disagio che ne deriva alle istituzioni, unito al calo delle risorse della Autonomia e al rafforzamento delle spinte centraliste, ci obbligano a delineare una prospettiva di cambiamento che, salvaguardando il meglio della nostra autonomia e della nostra esperienza di buongoverno, colga le opportunità proprie di ogni stagione di grandi mutamenti, consapevoli che la sfida impone risposte adeguate di cambiamento nelle politiche e nelle istituzioni.

Vogliamo costruire un programma  per il futuro del Trentino e per  una alleanza politica  che, riconoscendo i risultati del governo di centrosinistra autonomista, faccia della Autonomia un modello efficiente di autogoverno, segnato dai principi della responsabilità e dell'innovazione.

Un patto per il governo della Autonomia che valorizzando il meglio della nostra storia si faccia carico delle istanze di rinnovamento, si apra maggiormente ai giovani e a coloro che non si sentono inclusi o rappresentati.

Dobbiamo consolidare e rendere più sostenibile il nostro livello di benessere e coesione sociale e lo dobbiamo fare rendendo il nostro sistema pubblico più efficiente e funzionale oltre che più sobrio. E' un dovere etico e lo dobbiamo assolvere con una coalizione plurale che si apra al dialogo con tutti i soggetti che possono concorrere allo sviluppo del nostro sistema territoriale, offrendo strumenti reali di partecipazione e decisione democratica.

Il lavoro è la priorità.

La prima preoccupazione è quella per il lavoro che è condizione per la piena cittadinanza di ciascuno, per la tenuta del nostro tessuto economico produttivo e per la dignità dei cittadini e delle famiglie.

Abbiamo attenuato gli effetti della crisi ricorrendo alle risorse della autonomia, migliorando le politiche del lavoro e attivando il reddito di garanzia. Dobbiamo continuare a sostenere l'occupazione e a qualificare il lavoro a partire dal sistema formativo, universitario e della ricerca che sono i presupposti per ogni prospettiva di tenuta e di sviluppo. Investire sempre di più sul capitale umano, ossia sulla conoscenza, sulla formazione, con uno sforzo straordinario per l'apprendimento delle lingue, sui processi di innovazione, sulla filiera dei saperi, riconoscendo il merito, per garantire soprattutto ai giovani migliori opportunità  di ingresso nel mondo del lavoro.

Qualificare le politiche economiche nel segno della selettività, sostenere il ricorso al credito, semplificare la burocrazia. Contenere la pressione fiscale, potenziare le politiche attive per il lavoro e per l'occupazione femminile e attuare la delega per gli ammortizzatori sociali sono alcuni degli obiettivi prioritari. Altrettanto importanti sono quelli volti a valorizzare la cooperazione, generare politiche distrettuali e di filiera che promuovano le imprese e le produzioni del territorio, e privilegino i settori ad alto valore aggiunto in grado di garantire al nostro tessuto imprenditoriale la necessaria competitività internazionale.

Oggi, per uscire dalla crisi sociale ed ambientale si deve ripensare il modello di sviluppo e dei consumi, coniugando progresso e tecnologia e sviluppando una riconversione ecologica dell’economia: un’economia più moderna ed efficace che, grazie all’innovazione ambientale, crea più ricchezza ma consuma meno materia ed energia, produce meno inquinamento e fa nascere nuove imprese e nuova occupazione.

In un tempo in cui aumentano le disuguaglianze, irrompe il tema della dignità del lavoro ed è messa a rischio la stessa coesione sociale, serve al Trentino un governo che si fondi su un rinnovato patto sociale e su una più forte corresponsabilità tra tutti i soggetti.

L'Autonomia e il bene comune.

L'Autonomia  deve rivendicare un assetto evoluto e innovativo, un'autonomia che, insieme a Bolzano, guardi al terzo statuto salvaguardando le minoranze linguistiche, rinnovando e valorizzando l'assetto regionale, rafforzando la specialità nel completamento dell'autogoverno responsabile, nella certezza delle risorse e nella continua e innovativa attuazione statutaria, a partire dalla delega fiscale.

L’antica vocazione europeista della nostra Provincia deve essere comunemente considerata un patrimonio fondamentale per il futuro della nostra Autonomia. Rilanciare l’Autonomia della nostra Provincia, agganciandola ad una dimensione più ampia, è determinante per la sua stessa sopravvivenza. L’Autonomia infatti deve essere a servizio del Paese, e soprattutto delle aree di montagna.

Un sistema pubblico capace di ridisegnarsi riformando profondamente la propria amministrazione, davvero a servizio dei cittadini e priva, quindi, di ogni autoreferenzialità, avendo ben presente anche che per generare buona amministrazione bisogna saper produrre buone leggi.

Una Provincia equilibrata tra i propri poteri, legislativo ed esecutivo, capace di ridursi e di riconoscere e cedere poteri reali al governo delle comunità. Il nostro progetto per il futuro è quello di distribuire il potere e non quello di concentrarlo, perché di centralismo la Provincia può soffocare. E dunque è a questo obiettivo che dobbiamo ispirare le nostre scelte, pur perseguendo la riduzione dei costi, la chiarezza dei ruoli e della governance, la gestione associata e la riduzione e razionalizzazione degli enti.

Vogliamo un’Autonomia che sia salvaguardia del bene pubblico a partire dai beni comuni, dalle acque, dagli usi civici, dal demanio e dal patrimonio pubblico che costituiscono fattore di coesione e identità oltre che motivo di vanto per questa terra. Un Autonomia che diventi sempre di più un “laboratorio politico” in grado,pur nella sobrietà, e a partire dai giovani, di dare alla nostra comunità più avanzati livelli di democrazia partecipativa. Un’Autonomia che si cura dei trentini nel mondo e che rafforza  la sua apertura internazionale,e il suo impegno nella solidarietà e cooperazione a sostegno della pace e dei diritti umani.  

Coesione e cittadinanza.

Vogliamo garantire adeguati livelli di coesione sociale. Questo obiettivo è strettamente legato alla piena attuazione dei diritti fondamentali e sociali della persona. Si tratta non solo  del diritto di cittadinanza per tutti, che comporta accanto al lavoro la cittadinanza attiva e la partecipazione politica,  ma anche di quelli riferiti all’inclusione e alla protezione sociale che fanno leva sulle famiglie, sulle reti solidali e volontarie, sulla cooperazione e il terzo settore e la loro capacità progettuale e che trova regia e garanzia nella organizzazione dei servizi pubblici, efficienti ma non sacrificabili nel livello assicurato.

Un sistema sociale che favorisce la natalità, dà priorità alla infanzia e alle famiglie, eleva l'accesso e i risultati della istruzione pubblica, sostiene l'accesso delle donne al lavoro, rafforza la prevenzione e ridisegna la rete dei servizi sanitari e la loro integrazione con quelli sociali, rapportandoli alla nostra dimensione territoriale e quindi verificandone sostenibilità economica e qualità delle prestazioni.

Una politica inclusiva per i nuovi cittadini che vede nel pieno riconoscimento dei diritti e nel rispetto dei doveri la strada maestra per consolidare la convivenza e rafforzare la percezione della sicurezza.

Una politica culturale che assicuri le risorse necessarie, che metta in rete tutte le realtà, veda protagonista le Comunità di valle e rafforzi i progetti giovani.

Il territorio e l'ambiente.

Accanto a quella umana la nostra grande risorsa è il territorio, che è forte nella sua valenza paesaggistica e naturale e nella ricchezza delle sue risorse come l'acqua e le foreste, e che va gestito in modo sostenibile e durevole per le future generazioni. Un territorio che richiede la continuità delle politiche urbanistiche attente al pregio e alla fragilità dell'ambiente e volte  a non erodere più suolo; di una politica energetica ed edilizia basata sul  risparmio, riuso, riqualificazione e  rinnovabilità delle fonti, e di una politica della mobilità  e dei consumi  realmente sostenibili. Un Trentino che punta alle reti ambientali, energetiche, tecnologiche e comunicative e a quelle della mobilità pubblica a partire da quella su rotaia, un Trentino non disponibile a politiche legate ad una vecchia concezione dello sviluppo basata su grandi infrastrutture stradali, su progetti non sostenibili o su una logica della spesa pubblica puramente redistributiva. Un Trentino consapevole dei limiti e delle risorse, dove siano pienamente valorizzate l’agricoltura di montagna con i suoi prodotti tipici e la filiera foresta-legno-energia con le loro importanti connessioni con il turismo e il mantenimento del paesaggio, ricercando un modello di turismo invernale di qualità, più sostenibile in termini economici e ambientali.

L'innovazione.

Assumiamo inoltre l’impegno a declinare il concetto di innovazione in modo trasversale ai punti precedenti. Innovazione che da una parte deve essere funzionale al miglioramento di quegli elementi del sistema sociale e produttivo che possono garantire un vantaggio competitivo al nostro territorio, e dall’altra deve favorire lo sviluppo di forme di economia e di organizzazione più democratiche ed inclusive. Il Trentino quindi come laboratorio di innovazione sociale, economica e di salvaguardia del territorio; il Trentino come strumento nazionale ed europeo per sperimentare ed individuare una via verso l’uscita dalla crisi sociale ed economica che stiamo vivendo. Un Trentino capace di riconoscere il valore storico ed europeo della sua autonomia e di rileggerne la missione legandola alle problematiche e alle opportunità dell’oggi.

Un patto.

Un patto e un programma di governo non potrà che strutturarsi su queste grandi linee e chi si candida al governo non potrà, pur interpretandole, che rispettarle e risponderne dell'attuazione. Assicurando la valenza politica di un patto che guarda al futuro del Trentino, garantendo una vera squadra di  governo e la piena condivisione con la maggioranza consiliare. Vogliamo favorire la presenza femminile paritaria nelle istituzioni e nei luoghi decisionali della politica e dare vita ad un metodo di governo basato sul confronto e il coinvolgimento, con tutte le componenti politiche, sociali ed economiche, ma anche sulla responsabilità nel non rinviare le scelte necessarie, pur con il metodo della decisione democratica.