È opportuno, per meglio chiarire alcune polemiche giornalistiche, rendere nota la lettera inviata, nei giorni scorsi al Presidente e al Vicepresidente del Consiglio provinciale.
La lettera è stata sottoscritta oltre che da me da altri 4 consiglieri e del gruppo PD e da tre consiglieri di maggioranza.
Margherita Cogo, 14 giugno 2013
Ultima seduta
Nell’ultima seduta del consiglio Provinciale s’è assistito ad una pessima rappresentazione del dibattito democratico, caratterizzato da insulti, urla e frasi più o meno squinternate.
Il cons. Savoi, avendo perso le staffe, immaginando di essere stato offeso, si è cimentato in una collerica performance ricca di insulti ed invettive varie nei confronti della collega Cogo tanto da meritarsi l’espulsione dall’aula.
E’ sufficiente leggere il resoconto integrale della seduta per rendersi conto che nessuna offesa, nemmeno velata, è ipotizzabile nei confronti del cons. Savoi. L’unica affermazione della cons. Cogo si riferisce alla possibilità di attribuire al Presidente del Consiglio la facoltà di indire i referendum e nello specifico, la consigliera dichiara che sarebbe forse possibile, a condizione (…) che l’Ufficio di Presidenza subisca “un cambiamento, non delle persone, non oggi, ma sotto il profilo normativo diverso (…)”.
Dunque, nessuna offesa al consigliere cheinvece ha reagito in maniera incomprensibile ed inaccettabile per toni e contenuti: urla aggressive, insulti con termini chiaramente lesivi della dignità della consigliera, invitata a più riprese a "vergognarsi", ad "andare a casa" e di smetterla di seccare tutti i colleghi con le sue"menate"e "buffonate".
La valutazione negativa della seduta non riguarda solo il comportamento inadeguato del collega, ma anche quello del Presidente e dell’Ufficio di Presidenza, che hanno motivato l’espulsione come arrecante disturbo ai lavori d’aula e offensivo verso tutti i consiglieri.
In più il Vicepresidente del Consiglio é intervenuto così affermando: " a me dispiace questa cosa, avete visto come mi sono attivato per calmare il collega però chiaramente uno poi reagisce come é il suo modo di reagire forse la consigliera Cogo poteva esimersi di fare dei giudizi sull'Ufficio di Presidenza."
È evidente che il Vicepresidente ha assunto un provvedimento senza informarsi, ma censurando comunque la consigliera Cogo. Di fronte dunque ad un attacco verbale pesante e violento, non ci si informa, e si difende d'ufficio non la vittima, ma l'aggressore, ignorando superficialmente la realtà dei fatti.
Affermare che vi sia un sorta di misoginia all'interno di alcune aree del Consiglio non sembra eccessivo, visto che é spesso sufficiente che una consigliera parli per scatenare reazioni scomposte e francamente non tollerabili.
È fondamentale che nell'ambito del Consiglio sia garantita ad ogni consigliera consigliere la possibilità di esprimere la propria posizione senza dover subire attacchi sul piano personale, senza interruzioni e senza dover mettere in conto quasi fosse un prezzo inevitabile da pagare, offese e ingiurie. E questa garanzia la deve fornire l'Ufficio di Presidenza, per ogni consigliere. Senza questa serenità e garanzia non é possibile affrontare in maniera democratica il dibattito e si svilisce in maniera preoccupante la stessa dignità delle istituzioni.
Il sottacere comportamenti offensivi e verbalmente violenti nei riguardi, ancora una volta, della componente femminile del consiglio, non è semplicemente una palese tolleranza verso chi, con una certa frequenza, alza i toni ed inveisce contro i colleghi, ma evidenzia una scarsa valutazione delle conseguenze e di come si legittimino di fatto la violenza verbale e le offese personali.
Questo è tanto vero, che subito dopo, il collega Civettini, non gradendo un’infelice metafora della cons. Dominici, ha reagito con toni di voce altissimi offendendola ripetutamente con termini quali “cagna” e “oca” nell’indifferenza del Presidente, che si è preoccupato, solo, di continuare i lavori d’aula.
Vale la pena precisare che nessuno di noi pensa di autocensurarsi relativamente alle proprie opinioni politiche e poiché prossimamente in aula approderanno temi sensibili, è opportuno che Presidente e Ufficio di Presidenza riflettano su come gestire in modo democraticamente accettabile l’aula e di come sia intollerabile consentire urla, offese personali e turpiloquio, che pare, ultimamente, quasi del tutto sdoganato.
Pare superfluo sottolineare come sia opportuno non archiviare i fatti avvenuti e che serva un chiarimento da parte del Presidente, per consentire a tutti noi di poter lavorare con serenità, sentendosi rispettati e garantiti nell’esercizio delle funzioni di rappresentanti dei cittadini.