«Non vi va il nome Pd? Ditelo chiaro»

Primarie, questa mattina il centrosinistra si ritrova in cerca di un’intesa. Nicoletti seccato dall'Upt; il segretario del Partito Democratico teme che le richieste dell'alleato siano solo manovre dilatorie.
L. Patruno, "L'Adige", 10 giugno 2013


Nessuno dei due vuole cedere, ma neppure può permettersi di rompere, perché non hanno un'alternativa. Per vincere le elezioni il centrosinistra autonomista sa che deve stare insieme, anche se fatica a riconoscere il suo nuovo leader, perché gli aspiranti in campo non lo sono a sufficienza e l'Upt soffre la sindrome del partito del presidente, che rischia di ritrovarsi declassato a favore del Pd e vuole cercare di evitarlo.
I vertici trentini di Partito democratico e Upt si ritroveranno questa mattina, nella riunione delle forze di maggioranza, per cercare di trovare un accordo sulle regole delle primarie di coalizione, dopo che il partito dell'ex governatore Lorenzo Dellai sabato si è presentato con la novità della richiesta di primarie a doppio turno e di spostamento a metà luglio della data delle primarie.
Il presidente del Pd provinciale, Roberto Pinter, ha subito respinto come «irricevibile» la proposta dell'Unione, ma la riunione è stata aggiornata ad oggi per consentire un supplemento di riflessione e perché mancava il segretario Michele Nicoletti.
Ieri Nicoletti si mostrava molto sorpreso e anche piuttosto seccato per questo modo di fare degli alleati che nella riunione che avrebbe dovuto essere conclusiva per programmare le primarie hanno rimesso in discussione alcuni punti non da poco.
«Noi - puntualizza il segretario del Pd  Michele Nicoletti  - fino adesso abbiamo fatto ogni sforzo per venire incontro alle richieste e le ragioni dei nostri alleati e dunque riteniamo che sia arrivato il momento di chiudere. Discuteremo nella riunione di domani (oggi per chi legge, Ndr.) di quello che chiede l'Upt e vedremo se si tratta di un ultimatum oppure no».
Nicoletti si mostra soprattutto sorpreso dal fatto che l'Upt stia procedendo con «un passo a vanti e due indietro» e si chiede se questa richiesta del doppio turno abbia effettivamente una motivazione di merito o sua solo un modo per dilazionare per arrivare magari a non fare più le primarie. «Si tratta di capire - attacca infatti Nicoletti - se stiamo discutendo nel merito o sono solo argomenti che vengono tirati fuori di volta in volta per rendere più complicata la situazione. Quando noi avevamo posto la questione del doppio turno ne avevamo discusso approfonditamente e francamente non c'era nessuno che era disponibile a farlo. Diciamoci chiaramente di cosa stiamo parlando e qual è il problema. Se il nodo è che le cose che propone il Pd non vanno bene e le persone che propone il Pd non vanno bene, allora forse è meglio scioglierlo anticipatamente così uno si sa regolare».
Il senatore dell'Upt,  Vittorio Fravezzi , che sabato al tavolo della coalizione con cipiglio ha sostenuto le richieste del suo partito, replica sereno: «Le nostre non sono richieste irragionevoli. Mi pare che il Pd confonda le questioni legate a sue difficoltà interne con il doppio turno che abbiamo chiesto che non mette in discussione l'unica regola che ci siamo dati fino ad ora e che è quella di presentarci alle primarie con un solo candidato per partito. Nessuno torna indietro su questo. Noi chiediamo - aggiunge Fravezzi - di trovare un modo con il doppio turno per fare sì, visto che ci saranno 5-6 candidati, che con il ballottaggio dalle primarie esca una leadership rafforzata. Se il Pd ritiene di avere un candidato forte non capisco che preoccupazione possa avere ad affrontare il ballottaggio. Spero che nella riunione di coalizione si possa discutere pacatamente senza incontrare posizioni barricadere».