«Chi sta in Trentino per qualche tempo, chi ci aiuta a crescere, per noi diventa trentino». È stata sicuramente la personale interpretazione dello «jus soli» data dal presidente Alberto Pacher ad aver suggestionato le autorità trentine presenti in sala Depero per l'inaugurazione dell'ottava edizione del festival dello scoiattolo. A. Grosselli, "L'Adige", 31 maggio 2013
Un Pacher che non ha fatto rimpiangere il suo predecessore, quel Lorenzo Dellai che il Festival lo ha fortemente voluto ben otto anni fa e che ieri in sala Depero non si è fatto vedere, forse per una sorta di pudore e di rispetto verso la sua stessa creatura. Intanto, assente il vescovo Bressan, tocca all'imam Aboulkheir Breigheche, rappresentante della comunità islamica in Trentino, cogliere al volo la battuta del governatore della Provincia rivolta al presidente dell'Università di Trento, Innocenzo Cipolletta , sulla trentinità di chi, venendo da fuori, prende casa all'ombra delle Dolomiti.«Come ha detto Pacher - incalza Breigheche - è trentino colui che fa crescere il Trentino. Questo riguarda i nuovi cittadini che sono arrivati qui da tutte le parti del mondo e contribuiscono a farlo crescere. L'incontro tra le persone, non solo come manodopera, permette il confronto tra le idee, tra le esperienze umane». Che è poi il fondamento stesso e la ragione del successo del Festival dell'Economia.Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'assessore provinciale all'economia, Alessandro Olivi , che sottrattosi per pochi istanti all'agone delle primarie del centrosinistra autonomista, si riconosce nella visione di Pacher quando il presidente della giunta ha parlato di sovranità come interdipendenza. «Dobbiamo avere piena consapevolezza - sostiene Olivi - che nessuna comunità può farcela da sola. Così l'autonomia è una grande opportunità se la viviamo come luogo dove si incrociano le traiettorie delle diverse culture». «È giusto - conclude Olivi - difendere la sovranità del Trentino come potestà di autogoverno, ma l'autonomia deve essere prima di tutto responsabilità». Che l'assessore Ugo Rossi , avversario di Olivi nella scalata alla poltrona di candidato governatore, ragioni sostanzialmente allo stesso modo non è scontato. I due in sala Depero non si sfiorano, ma le loro prospettive sono simili. «Ragionare sulle sovranità - commenta Rossi - significa ragionare sulla necessità di fare assieme, sia dentro i nostri confini che fuori. Il Trentino ha il dovere di collegarsi con altre realtà europee, in primo luogo con quelle a noi più vicine. Dobbiamo essere il ponte per costruire una cultura che vada al di là degli stati nazionali».Quest'anno sono i politici ad essere ben rappresentati tra le autorità: il presidente Marco Depaoli, l'onorevole Mauro Ottobre seduti accanto al nobel Michael Spence, l'assessore Mauro Gilmozzi, il presidente Bruno Dorigatti, la consigliera Caterina Dominici con la consueta mise arancio, il consigliere Rudari. Mancavano i rappresentanti della parti sociali. Non si sono visti i vertici della Cooperazione, Diego Schelfi in primis, ma anche quelli degli Artigiani, dell'Unione Commercio e dei sindacati. A rappresentare Confindustria c'era invece il direttore Roberto Busato . «Il richiamo di Pacher all'interdipendenza - sostiene Busato - è fondamentale. Poi è vero, chi opera qui, chi fa crescere questa terrà è trentino a tutti gli effetti. L'importante è aprirsi all'esterno: lo diciamo sempre alle nostre imprese».È poi una prima volta per la rettrice Daria de Pretis. «Ognuno vede questo festival dal suo personale punto di vista. Da giurista il tema delle sovranità è davvero centrale. Poi per chi gestisce oggi l'università è interessante riflettere sul fatto che la sua sovranità è data dal fatto di vivere sul territorio ma essere allo stesso tempo universale. Non va dimenticato poi che la sua sovranità è quella del sapere».
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