La vicenda Pacher, con i tormenti personali e di partito che ha portato con sè, ha impresso una svolta decisionista - per certi versi inattesa - nei vertici del Partito democratico trentino, dopo settimane di tentennamenti sulla linea da prendere, a causa della spaccatura tra i sostenitori delle primarie a tutti i costi (di partito e di coalizione o di coalizione ma a doppio turno, per garantire la massima partecipazione) e chi invece spingeva per dare la precedenza a una sintesi di coalizione.
L. Patruno, "L'Adige", 28 maggio 2013
Pacher incarnava questa sintesi di coalizione, che non si è concretizzata nella sua persona, ma che comunque esprime una linea politica, che ha preso più forza nel partito dopo il dibattito che proprio intorno alla figura del presidente reggente e candidato mancato si è aperto. Ma forse anche visto l'esito delle elezioni a Pergine, dove ancora una volta il centrosinistra autonomista è stato punito per essersi presentato diviso.
Ieri, il segretario Michele Nicoletti e il presidente del Pd trentino, Roberto Pinter, hanno dunque proposto al coordinamento del partito e poi all'assemblea, che ha votato a favore, che la scelta del candidato presidente del centrosinistra autonomista avvenga attraverso primarie di coalizione a turno unico, che si terranno il 16 o più probabilmente il 23 giugno, con un unico candidato per partito e dunque uno solo anche per il Pd.
Il candidato del Pd sarà scelto dall'assemblea provinciale (composta da una settantina di persone) lunedì prossimo. I tre aspiranti candidati fino ad ora usciti allo scoperto - Alessandro Olivi, Luca Zeni e Donata Borgonovo Re - hanno una settimana di tempo per cercare di assicurarsi il maggior numero di voti dei membri dell'assemblea, se puntato a rappresentare il partito alle primarie di coalizione. È anche possibile che per non essere costretti a contarsi - oggi non è chiaro chi abbia in mano la maggioranza dell'assemblea - i candidati cerchino un'intesa, oppure che Borgonovo Re (che non fa parte dell'assemblea e ieri non ha potuto partecipare) e Zeni si coalizzino puntando su uno dei due in alternativa all'assessore provinciale all'industria.
Luca Zeni è stato tra coloro che in assemblea si sono astenuti e così spiega il perché: «Ho preso atto delle motivazioni, per cui non mi sono opposto, ma penso sia un errore chiudere alla partecipazione. Ho chiesto che le primarie di coalizione fossero aperte a doppio turno, magari chiedendo 7.000 firme per poter presentare la candidatura, ma aperte. Ho chiesto a Nicoletti e Pinter di chiedere con maggior vigore alla coalizione di poter fare primarie aperte ma mi hanno risposto che c'era la contrarietà e che tornare a chiederlo avrebbe comportato un ulteriore ritardo nella decisione sulle primarie con il rischio di non riuscire più a farle per mancanza di tempo. Ripeto, ne prendo atto, ma dispiace».
Zeni si mostra amareggiato, come convinto assertore della partecipazione, e anche un po' rassegnato. Non ha ancora deciso, infatti, se insistere nella sua battaglia personale per riuscire a concorrere alle primarie di coalizione «chiuse», ottenendo la maggioranza dei voti nell'assemblea del Pd, oppure lasciare perdere, come gli è stato fatto capire, e trovare invece una composizione unitaria, lasciando il campo ad Alessandro Olivi, il numero due nella scelta - dopo Pacher - dell'ala più «coalizionale» del Pd. È chiaro infatti che anche un'investitura da parte di un'assemblea spaccata in due non sarebbe un buon viatico per il candidato «unico» del Pd che si propone ad affrontare la sfida con i candidati degli altri partiti della coalizione. Si vedrà nei prossimi giorni. In teoria chiunque può chiedere di fare il candidato del Pd, anche se non membro dell'assemblea, basta che sia sostenuto dal 10% dei membri dell'assemblea o dal 3% degli iscritti.
Si sta comunque profilando il confronto auspicato dal Patt, con un candidato per partito alle primarie di coalizione, che magari sarà proprio un assessore per partito, visto che in ballo ci sono Ugo Rossi , per le Stelle alpine; Alessandro Olivi per il Pd, mentre per l'Upt c'è sempre in pole position il nome di Mauro Gilmozzi , meno probabile Tiziano Mellarini. L'Upt potrebbe però anche decidere di presentare un nome esterno al partito (è girato nei giorni scorsi quello del solito Diego Schelfi o di qualcun altro). I Verdi saranno presenti con Lucia Coppola e anche l'Italia dei valori avrà un suo candidato.
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"Coalizione senza Pacher. Primarie il 23 giugno", A. Papayannidis, "Corriere del Trentino", 28 maggio 2013