Tanti giovani e tante donne nel nuovo direttivo cittadino del Partito democratico. L'assemblea di ieri pomeriggio, tre ore e mezzo di discussione alla presenza di 80 sostenitori, dei vertici provinciali del partito (il segretario Michele Nicoletti e il presidente Roberto Pinter) e degli operativi di maggior peso (il sindaco di Rovereto Andrea Miorandi e l'assessore provinciale all'Industria Alessandro Olivi) ha portato nella stanza dei bottoni del partito roveretano otto donne (di sui sette alla prima elezione) e dodici uomini."L'Adige", 26 maggio 2013
«Un ricambio era stato annunciato, un vero ricambio c'è stato. Due terzi del consiglio sono stati così rinnovati» commenta soddisfatto il segretario Fabiano Lorandi, confermato alla carica per il secondo - ed ultimo - mandato.Non sono «volati gli stracci», nonostante le critiche - alcune anche aspre e più o meno mirate - che lo stesso Lorandi ha lanciato sempre ieri dalle pagine dell'Adige, mettendo nel mirino lo scarso contatto della giunta Miorandi con la città di Rovereto. «Segno che il partito di Rovereto è capace, anche in un periodo difficile, di integrare anche le critiche in un contesto costruttivo interno». Sull'operato di Miorandi e compagni un commento sostanzialmente positivo da parte di tutti gli intervenuti.Ma al di là del confine cittadino (presenti alla discussione anche gli altri assessori piddini di Rovereto: Giulia Robol, Fabrizio Gerola e Luisa Filippi) le cose, tra le file dei democratici lagarini, cambiano. Spaesamento più o meno elevato se si guarda a Trento, scoramento ed amarezza piena guardando a Roma. E se di dinamiche provinciali si è preferito parlare poco - complice anche la presenza di tre degli attori direttamente coinvolti e, soprattutto, l'appuntamento di lunedì, quando la coalizione del centrosinistra autonomista si ritroverà, ancora una volta, a cercare di sciogliere il rebus candidato - nessuna remora, invece, nel parlare delle dinamiche nazionali. Parlarne, oltretutto, quasi sempre in termini negativi.Come gran parte della base democratica nazionale, anche i piddini roveretani convivono con difficoltà, se non con piena rabbia, con l'idea che il proprio partito si ritrovi a sostenere un governo a braccetto con il Pdl di Berlusconi. «La base non ci capisce», lamentano a livello nazionale i vertici del Pd. «È proprio vero» confermano da Rovereto, confusi e infelici.Una voglia di chiarezza e di ritorno ai capisaldi, quella espressa ieri pomeriggio, che troverà a breve una prima risposta proprio a Rovereto, dove si organizzerà un incontro aperto al pubblico per mettere sul tavolo le grandi domande: cos'è la destra, cos'è la sinistra, che vuol dire essere di destra, che vuol dire essere di sinistra, dove vuole posizionarsi il Pd, con chi si pone come interlocutore. Tutte riflessioni da «impacchettare» in un documento condiviso da inviare a Roma con la raccomandazione di dare il via al più presto al congresso nazionale. «In autunno è già tardi» il commento da più parti. Questi i membri del direttivo eletti ieri: Sandra Dorigotti (unica donna confermata), Arianna Comencini, Giuseppina Sarni, Arianna Miorandi, Rachele Lorandi, Laura Scalfi, Bianca Francesconi, Luisa Filippi, Marco Laezza, Desim Arifi, Lorenzo Passerini, Lorenzo Manfredi, Fabrizio Sannicolò, Giovanni Curia, Arnaldo Pinter, Gianpietro Gugole, Angelo Finocchiaro, Andrea Trentini, Antonello Fadda e Claudio Robol. Ma.Pf.
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