Alberto Pacher ha ripetuto ieri ai vertici del Pd trentino le questioni politiche che l'hanno spinto a rinunciare alla candidatura già nell'ottobre scorso e che continua a ripetere di non aver visto ancora affrontate compiutamente dal suo partito.
L. Patruno, "L'Adige", 27 maggio 2013
Ma nello stesso tempo non ha detto un no definitivo tale da convincere il Pd a desistere dal continuare a chiedergli di mettersi in gioco per la coalizione, anche se ormai le possibilità che ci ripensi davvero sembrano ridottissime. Oggi, comunque, il segretario del Pd trentino, Michele Nicoletti, assieme a Roberto Pinter e al senatore Giorgio Tonini, torneranno alla carica per un estremo tentativo, non avendo ancora gettato la spugna, coscienti, seppure nella dimensione dello psicodramma di difficile comprensione che la vicenda ha assunto, che dopo tutto questo tira e molla e supplemento di confronto con il proprio presidente della Provincia, la conferma di un addio alla politica di Pacher, sarebbe comunque un passaggio pesante per il Partito democratico. Benché nel Pd vi sia chi legittimamente ha sempre cercato di costruire candidature alternative, proprio per stoppare quella che veniva considerata come «naturale» di Alberto Pacher e oggi potrebbe gioire, resta il fatto che se Pacher conferma il no vuol dire che qualche problema in più si aprirà ora nel Pd e nella coalizione. E per questo il segretario del Pd trentino, Michele Nicoletti, insiste: «Ci siamo aggiornati a domani (oggi per chi legge, Ndr.) ci confronteremo ancora e poi decideremo in tempo per presentare una proposta in serata alla assemblea del partito. Farevo insieme delle valutazioni relative al partito ma anche tenendo conto del quadro generale della coalizione». E nella coalizione, mentre da una parte c'è l'Upt che vorrebbe Pacher candidato presidente di coalizione senza passare dalle primarie, perché sarebbe difficile per i dellaiani sostenere un candidato di un altro partito, dall'altra c'è il Patt che chiede le primarie comunque. Infine, non si sa se c'è una maggioranza del Pd disposta a riconoscere Pacher candidato di coalizione senza primarie.
Insomma, la prospettiva che si profila è il passaggio alla soluzione numero due: le primarie di coalizione con gli assessori, come vogliono Ugo Rossi e il Patt, o primarie a doppio turno come chiedono nel Pd, Donata Borgonovo Re e Luca Zeni, che non si capisce perché dovrebbero essere esclusi per lasciare strada ad Alessandro Olivi, che ha sempre detto di riconoscersi nella «bocciata» linea Pacher.