Si apre forse qualche spiraglio nella trattativa finanziaria tra la Provincia e lo Stato, dopo il lungo braccio di ferro dell’ultimo anno con il governo Monti. Il presidente Alberto Pacher esce «piuttosto ottimista» dall’incontro avuto ieri a Roma con il neoministro per gli affari regionali Graziano Delrio. C. Bert, "Trentino", 24 maggio 2013
«L’obiettivo di questo primo incontro - dice - non era chiudere la partita ma aprire una pista di lavoro con il governo Letta sulla base di un principio importante: la stabilizzazione dei rapporti finanziari tra la nostra Provincia e lo Stato». Pacher, che era accompagnato dal direttore generale della Provincia Ivano Dalmonego, ha confermato al ministro la proposta presentata dall’allora governatore Lorenzo Dellai nel febbraio 2012 a Mario Monti: la Provincia si assume in carico le spese per le funzioni svolte dallo Stato in Trentino, dalla giustizia alla difesa alla gestione tributaria (si tratterebbe di assumere la parte finanziaria, mentre le funzioni rimarrebbero allo Stato), e chiede in cambio l’eliminazione delle riserve all’erario (stimate in 187 milioni all’anno) che il governo ha imposto con il decreto «salva Italia». Una partita che vale circa 400 milioni di euro. «Noi siamo pronti ad accollarci, nella nostra quota di compartecipazione al risanamento dello Stato, tutte le spese che lo Stato sostiene in Trentino, sia attraverso deleghe sia attraverso assunzione di oneri - spiega Pacher - l’importante è che questo avvenga in un quadro di stabillizzazione del principio dei 9/10 del gettito erariale che rimangono in Trentino, in modo tale che possiamo avere una pianificazione sensata perlomeno nel medio periodo, e lo Stato potrebbe dimenticarsi del Trentino dal punto di vista finanziario. Al netto dell’accordo di Milano, lo Stato chiede al Trentino 732 milioni di euro per il 2012 (485 di patto di stabilità, 244 di riserve all’erario), 883 milioni per il 2013 (a cui si aggiungono altri 500 milioni chiesti alle autonomie speciali con l’ultima legge di stabilità) e 909 milioni per il 2014. «Mi parte che il ministro abbia capito il senso della nostra proposta, e di questo gli sono molto grato - dice Pacher - il Trentino non fa questo per chiamarsi fuori dalla compartecipazione ai destini finanziari dello Stato, anzi la nostra è un’assunzione ulteriore di responsabilità». Il governatore ha quindi chiesto che alla Provincia venga garantito un interlocutore stabile nel tempo, cosa che non è avvenuta nell’ultimo anno, che consenta di non ripartire ogni volta da capo. Il ministro ha incaricato il suo capo di gabinetto. «Ho trovato un atteggiamento molto attento - spiega Pacher - naturalmente il ministro dovrà approfondire, ma la nostra è una di quelle proposte da cui tutti possono uscire vincitori».
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