Per il Pd e la coalizione di centro sinistra autonomista è giunto il momento delle decisioni. Serve responsabilità, coraggio e quella lucidità necessaria ad evitare avvitamenti su discussioni interne che abbiano come prevalente fine il destino delle singole persone e non il progetto comune.
Alessandro Olivi, "Trentino", 19 maggio 2013
A tal proposito, vorrei ribadire ulteriormente che il mio coinvolgimento non nasce da alcuna autoinvestitura. Il mio impegno semmai è stato sollecitato e stimolato dalle molte persone con cui, in questi anni, dentro e fuori il Pd, ho condiviso un lavoro comune.
Più in generale, sarebbe bene avere presente che in ogni contesto non esiste una “candidatura” astrattamente data, valevole in ogni tempo e luogo, interscambiabile, in quanto giustificata dalla sola aspirazione individuale. “Tutti abbiamo bisogno di qualcuno da amare”, per dirla con i Blues Brothers. Ma non bastano un nome, un volto e una profferta per creare un amalgama spontaneo.
Un fattore imprescindibile, a proposito di amalgama, è dato dall’esistenza di una colazione, che non è soltanto un valore in sé, ma si è dimostrato un patrimonio di esperienze convergenti percepito come tale dalla comunità. Questa è la vera differenza tra la storia atipica ma vincente del centro sinistra trentino rispetto all’esperienza di quest’area nel resto d’Italia.
La coalizione è però al tempo stesso una creatura fragile, che va reinterpretata nel tempo, ossia sintonizzata con le esigenze di cambiamento che coinvolgono la politica e la società.
Dobbiamo evitare di portare la coalizione sull’orlo della disgregazione per poi ricercare soluzioni tampone. Così facendo rimarrebbero vive ancorché nascoste le ambiguità e le questioni politiche irrisolte. Una coalizione non è un cartello elettorale, ma un patto politico fondato sui contenuti, sulla lealtà e sulla trasparenza dei rapporti tra le forze politiche che la generano.
Per quanto mi riguarda, in questi ultimi mesi, senza perdere di vista la priorità del mio incarico istituzionale ho avvertito la responsabilità di garantire un punto di riferimento a quanti si riconoscono in un Pd di governo, riformista, e aperto al dialogo con il corpo sociale. Abbiamo costruito un insieme di relazioni: una rete che ha solidificato un baricentro politico riconoscibile, ha rappresentato un’alternativa alla radicalizzazione e alla frammentazione, e che ora può essere messo a disposizione del Pd e della coalizione.