Pinter: «Si può anche non drammatizzare purché si dica chiaramente che il Pd non è d'accordo con Civico, perché se non fosse così è meglio fermarsi subito e una volta per tutte chiarire cosa è il Pd, perché il Pd è in caduta verticale di credibilità e il pluralismo è una risorsa solo se si traduce in un unico progetto».
"L'Adige", 16 maggio 2013
Roberto Pinter, presidente del Pd trentino, interviene dopo i tre consiglieri provinciali Bruno Dorigatti, Andrea Rudari e Michele Nardelli, in dissenso con il giudizio di Mattia Civico sul governo provinciale e le parole del segretario del partito Michele Nicoletti, che ha invitato a non drammatizzare le critiche di Civico.
Presidente Pinter, il consigliere Civico ha portato degli esempi di quello che intende per uso distorto del potere. Lei condivide quelle scelte?
Nel merito ho anch'io dei dubbi sulla Protonterapia e sulla Scuola di medicina ma dire che Pacher se ne va perché c'è del torbido o alludere e insinuare va ben oltre la critica politica, perché o uno lo pensa veramente e allora non si ricandida con questa maggioranza e con questo Pd o lo si dice per incassare un beneficio elettorale nei giorni del populismo ma allora si finisce per fare quello che hanno fatto i 101 che hanno impallinato Prodi, a parole va tutto bene e intanto si demolisce tutto.
Quindi, lei è dice "avanti così"?
Il dopo Dellai sarà un'altra cosa e possiamo costruire un altro modello di governo dell'Autonomia ma oggi assisto ad una sorte di liberi tutti, si dice quello che si vuole dopo anni di silenzio. Zeni, Civico, Borgonovo, Olivi e Pacher come Pinter sono stati, anche in modi diversi, parte di ciò che Dellai ha guidato. Ma se c'era qualcosa di inaccettabile, che invece è stato accettato, allora è grave e c'è un problema di credibilità. La sanità di Rossi, la scuola di Dalmaso, la mobilità di Pacher o le autonomie di Gilmozzi come la Provincia di Dellai hanno pregi e difetti e ci sono tante ragioni per cambiare e per riprendere una stagione di riforme: c'è bisogno assoluto di cambiare e tutti ne hanno consapevolezza, ma invece di misurarsi sul progetto di cambiamento ci si divide solo su chi deve essere l'interprete. Non si può giocare sull'ambiguità, se il Pd nel proporre il cambiamento non riconosce quello che ha fatto, in Provincia come nei tanti comuni che governa, non può essere credibile come guida di una coalizione.
Convocherà l'assemblea del Pd per decidere le primarie?
Non prima della riunione di coalizione di lunedì. L.P.