Una settimana per trovare un nome

La coalizione di centrosinistra autonomista si è presa altro tempo, almeno una settimana, per cercare di trovare il nome di un candidato presidente condiviso ed evitare così le primarie, sulle quali l'Upt mantiene molte riserve. Se poi non si riuscirà a trovare il nome che mette tutti d'accordo, verranno organizzate primarie di coalizione o il 16 o il 23 giugno.
L. Patruno, "L'Adige", 15 maggio 2013

È questo l'orientamento emerso ieri pomeriggio nella riunione alla quale hanno partecipato i segretari delle forze politiche che compongono l'alleanza. Flavia Fontana, segretaria dell'Upt, ha confermato la sua resistenza alle primarie e ha ripetuto che: «La disponibilità di Alberto Pacher avrebbe risolto la questione perché sarebbe stato un nome di garanzia per tutte le forze politiche della coalizione». E questo è stato riconosciuto da più voci. Resta il fatto che allo stato il presidente della Provincia ha detto no e dunque l'Upt, il Pd o altri partiti della coalizione hanno pochi giorni per tirare fuori l'asso nella manica - se ce l'hanno - per chiudere la partita. O per lo meno hanno una settimana per convincere gli alleati a convergere su uno dei nomi che già hanno espresso la loro disponibilità per non scontrarsi alle primarie, visto che nel Pd resta ancora aperto il problema di avere un'abbondanza di candidati, tra cui due - Luca Zeni e Donata Borgonovo Re - che non piacciono alle altre forze della maggioranza, in particolare a Upt e Patt, che infatti anche ieri hanno insistito perché se primarie dovranno essere siano a turno unico e con un solo candidato per partito.
Da qui a lunedì prossimo, dunque, il segretario del Pd, Michele Nicoletti, che ieri era all'incontro con il presidente Roberto Pinter, dovrà saggiare il terreno con colloqui informali, soprattutto con l'Upt e il Patt, per verificare se esiste una convergenza su un nome. L'unico nome del Pd che ha qualche chance in questo momento, come candidato di coalizione, è quello dell'assessore all'industria, Alessandro Olivi. Il problema è che - assessore per assessore - non si capisce perché il Patt dovrebbe convergere su Olivi e non tentare con le primarie di mettere in luce il suo Ugo Rossi e lo stesso vale per l'Upt con Mauro Gilmozzi. Una cosa infatti è Alberto Pacher, che il partito di Dellai sarebbe pronto ad appoggiare, un'altra è Olivi. Questi altri giorni di tempo, prima di dare il via alle primarie, serviranno dunque a verificare anche il gradimento su Olivi o su nomi nuovi che potrebbero essere tirati fuori a sorpresa.
C'è chi, anche nel Pd, come Margherita Cogo, vedrebbe bene Ilaria Vescovi, ex presidente degli industriali, nome già circolato, ma che non sembra prendere quota, almeno per ora. Alessandro Pietracci, segretario provinciale del Psi, ha avanzato ieri ufficialmente all'incontro il nome di Mario Raffaelli: «È disponibile se la sua potrà essere una candidatura largamente condivisa». L'ex sottosegretario sarebbe dunque della partita nell'ipotesi di candidatura unitaria anche se Pietracci aggiunge: «Non escludiamo che possa essere uno dei candidati alle primarie, anche se non condividiamo l'idea che ogni partito si presenti con un candidato, come se fossero un modo per misurarsi, non mi sembra una bella partenza». All'incontro erano presenti anche Marco Boato per i Verdi che ha confermato l'indicazione di Lucia Coppola se ci saranno primarie di coalizione e l'Italia dei valori. Ivo Tarolli, segretario provinciale dell'Udc, non è stato invece in grado confermare l'adesione del suo partito, che è in fase di scioglimento e trasformazione, alla coalizione. Non parteciperà dunque al gruppo, guidato da Roberto Pinter, per l'elaborazione della carta d'intenti della coalizione e la prima bozza del programma che si riunirà dopodomani.

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Primarie ultima spiaggia per decidere il candidato del centrosinistra autonomista alla presidenza della Provincia. Si è chiuso così ieri il vertice di maggioranza in vista delle elezioni di ottobre (presenti Pd, Upt, Patt, Verdi, Idv, Udc, Psi, Ual). I partiti cercheranno ancora l’intesa su un nome condiviso, un passaggio tutt’altro che scontato dopo l’indisponibilità di Alberto Pacher (considerato il candidato naturale per il dopo-Dellai) che sembrava aprire la strada alle primarie. In questo quadro di attesa vengono date in salita le quotazioni dell’assessore Alessandro Olivi, il nome che i vertici del Pd non possono mettere sul tavolo come candidato unico del partito (che ha altri due candidati in lizza, Luca Zeni e Donata Borgonovo Re, che scalpitano per misurarsi nelle primarie) ma che in queste ore avrebbero sondato con gli alleati.

Se non ci sarà l’accordo, si faranno primarie di coalizione - l’orientamento è di farle a turno unico, con un candidato per partito - il 16 o il 23 giugno, dopo l’eventuale ballottaggio a Pergine di domenica 9. Primarie carta di riserva, dunque, strada su cui oggi è il Patt a spingere con più convinzione, per accreditare il proprio candidato, l’assessore Ugo Rossi, di fronte ad una platea più ampia. «Noi abbiamo fatto un percorso di assoluta trasparenza - ha ribadito ieri il segretario Franco Panizza - individuando un candidato di apertura che ha tutte le carte in regola per essere il candidato presidente della coalizione».

Chi da sempre manifesta la propria contrarietà a questo strumento è l’Upt, convinta che questa strada porti elementi di divisione nell’alleanza. «Dobbiamo stare attenti a non eccedere in democrazia partecipativa - avverte il segretario dell’Upt Flavia Fontana - un’intesa si può trovare, il ragionamento può essere fatto nei partiti». La sorpresa arriva semmai dal Pd, che ieri non ha spinto sull’acceleratore per le primarie di coalizione. «I prossimi giorni serviranno a capire se ci sono le condizioni per trovare l’intesa su un candidato - conferma il presidente Roberto Pinter - abbiamo deciso di fare uno sforzo ulteriore. Se non riusciremo a trovare l’accordo, la coalizione è pronta alle primarie». Per i Verdi resta questa la soluzione più probabile, mentre Alessandro Pietracci (Psi) ha proposto l’ex sottosegretario Mario Raffaelli, che non ha però incontrato consensi. Nessuno in queste ufficialmente pronuncia nomi, ma le diplomazie dei partiti sono al lavoro. L’incognita maggiore riguarda le scelte dell’Upt, che finora non si è sbilanciata. I rumors indicano che il partito non è compatto sul proprio assessore Mauro Gilmozzi, che pure ha da tempo dato la propria disponibilità. Ieri la segreteria ha confermato che il candidato dovrà essere una figura capace di garantire la coalizione e la governabilità. Potrebbe essere un nome esterno alla politica (continua a circolare quello di Ilaria Vescovi, ex presidente di Confindustria) quello su cui punta Lorenzo Dellai? «Ma un candidato presidente non si forma dal nulla e quando una leadership naturale non c’è, il candidato va cercato tra chi ha già un’esperienza di coalizione», osserva Panizza. Se la ricerca di un’intesa sarà sugli attuali nomi in campo, salgono le chance di Olivi. Se il Pd ottenesse sul suo nome il sì degli alleati, a quel punto dovrebbe gestire l’opposizione interna, che difficilmente però, in nome delle primarie, potrebbe mettere a repentaglio la guida della coalizione. Per ora il via libera degli alleati non c’è. I prossimi giorni serviranno a sondare le ipotesi di intesa. E a costruire la «carta d’intenti» della maggioranza. Il gruppo di lavoro - coordinato da Pinter - porterà al tavolo la bozza lunedì prossimo. Su questa si definirà l’adesione dei partiti: ieri tutti hanno confermato di esserci, tranne l’Udc di Tarolli.