"Pd leale nessun dramma"

Il segretario difende Civico: "Fibrillazioni fisiologiche". Panizza: "Difficile per il Patt rinnovare quest'alleanza a Roma".
L. Patruno, "L'Adige", 13 maggio 2013


«Eviterei di drammatizzare eccessivamente». Dopo due giorni, superato lo psicodramma in maggioranza sulla mozione contro l'appalto del Not (Nuovo ospedale di Trento), seguito alle critiche espresse dal consigliere provinciale del Pd, Mattia Civico, nella sua intervista all' Adige, in cui aveva citato questo caso come uno degli esempi di «distorsione» nell'esercizio del potere del presidente Dellai e della sua giunta, il segretario del Pd trentino,  Michele Nicoletti , butta acqua sul fuoco. E cerca di riportare la discussione nel Pd e con gli alleati nei binari del dialogo impostato prima dello «scossone» portato da Civico, del quale però condivide la richiesta di fondo, che secondo Nicoletti è quella di una «maggiore collegialità e condivisione delle scelte» da parte del prossimo presidente e della prossima giunta provinciale.
«Mi pare - sostiene Nicoletti - che nella discussione in aula sulla mozione relativa al Not sia Civico sia il capogruppo del Pd abbiano chiarito che non c'era alcuna sfiducia nel merito verso quell'atto amministrativo, ma solo l'espressione del desiderio di un metodo diverso, più collegiale. Non si è detto che è mancata la trasparenza ma si è espresso l'auspicio di una maggiore trasparenza perché tutti riconoscono che questo modello istituzionale porta a una verticalizzazione fortissima delle scelte».
Va riconosciuto, però, sottolinea Nicoletti che: «Se si ripercorre la storia di tutta la legislatura il Pd si è comportato nei suoi atti con grandissima lealtà. Quello che conta sono gli atti concreti, ovvero i voti che il Pd ha sempre garantito con i suoi consiglieri».
Proprio per questa ragione, il segretario del Pd del Trentino ha trovato eccessiva la reazione dell'ex governatore Lorenzo Dellai, che dopo le parole di Civico ha parlato di: «Coalizione malata» sostenendo che «Civico è la febbre» che segnala la presenza di questa malattia.
«Mi malattie - ironizza Nicoletti - è vero che ce ne sono tante in giro, così come ci sono tanti problemi economici e sociali cruciali, ma queste fibrillazioni fra le forze politiche sono fisiologiche non è una patologia: un po' di dialettica ci può stare. Ora faremo l'incontro di coalizione e discuteremo di contenuti, metodo e squadra. Quando leggo i giornali sembra una catastrofe, mentre poi quando parlo con Patt e Upt c'è un'assoluta cordialità e volontà di intesa e collaborazione».
La riunione di coalizione è stata fissata per lunedì pomeriggio.  Franco Panizza , senatore e segretario del Patt, si presenta fiducioso di poter chiudere subito: «Per prima cosa verificheremo il perimetro della coalizione, chi c'è e chi non c'è. Sel si è già chiamata fuori, poi non sappiamo se ci sarà l'Udc e cosa faranno i Verdi. Poi discuteremo dei contenuti e di primarie, che vanno fatte prima della chiusura della scuola. L'Upt dovrà spiegare, se non le vuole, se ha un metodo migliore».
Sulle polemiche di questi giorni scatenate dalle parole di Civico che hanno investito anche l'assessore alla sanità, Ugo Rossi, Panizza dice: «Da questo si è capito che il Pd deve venire alle primarie con un nome solo, come chiediamo noi. È impensabile che si presenti con tanti nomi e posizioni diverse perché per noi le primarie devono essere un'occasione di costruzione non di divisione della coalizione. I candidati saranno i futuri membri della giunta e il futuro presidente, per questo il Pd deve dire chi è la persona che rappresenta meglio il partito e la coalizione».
Il senatore Panizza, al rientro da Roma, si mostra però scoraggiato per le difficoltà di rapporti con il Pd diviso sia a livello nazionale che locale. «È difficile - dichiara - che alle prossime elezioni politiche il Patt e la Svp possano pensare di allearsi di nuovo con il Pd. Berlusconi ha valorizzato persino il Mir con un sottosegretario, mentre il centrosinistra nonostante 6 senatori e 12 deputati del Trentino Alto Adige non ha messo nessuno al governo».