Oggi l’assemblea, assenti Pacher, Zeni, Olivi. Nicoletti: «Superare le macerie» Tonini e Froner: «Bene l’ex segretario Cgil». Scalfi: «No, una scelta novecentesca».
C. Bert, "Trentino", 11 maggio 2013
«Guglielmo Epifani può essere quel nome di garanzia per tutti di cui il Pd ha bisogno per arrivare al congresso». Il senatore Giorgio Tonini lo dice mentre da Roma arrivano le prime indiscrezioni su un accordo tra i big del partito che vedrebbe l’ex segretario della Cgil proposto come segretario traghettatore oggi all’assemblea nazionale. Critico invece sulla scelta di Epifani il coordinatore Pd di Trento Vanni Scalfi: «Epifani reggente mi conferma che il "gruppo dirigente" (??) del Pd nazionale ragiona ancora con uno schema novecentesco Dc-Pci. Sconforto». Nella delegazione trentina oggi mancheranno Alberto Pacher, Alessandro Olivi e Luca Zeni, trattenuti a Trento da precedenti impegni. Ci sarà invece il deputato (e segretario del Pd Trentino) Michele Nicoletti: «Mi auguro - dice - che si trovi una gestione unitaria che ci porti ad un congresso chiarificatore sulla linea del Pd. Spero che le macerie di queste settimane siano la preistoria del Pd, il frutto di vecchie logiche che si ostinano a gettare la loro ombra sul presente. Ci sono tanti militanti che non meritano di essere traditi». Quanto al profilo del reggente, per Nicoletti «è importante che sia una persona che garantisca il più possibile tutti, stiamo parlando di pochi mesi in cui dovrà esserci una gestione collegiale». «Quello che uscirà dall’assemblea sarà un segretario reggente - osserva Giorgio Tonini (che parteciperà all’assemblea in quanto invitato, senza diritto di voto) - va scelta una persona di saggezza e di equilibrio, Epifani è un buon nome come Chiti, Fassino, Finocchiaro. Meglio una personalità a fine carriera che un giovane leone, le risorse teniamole per il futuro». E per ottobre Tonini si augura che Matteo Renzi sia in campo: «Se vuole diventare il candidato premier, deve vincere il congresso e diventare il leader del Pd. Nelle democrazie occidentali si fa così». L’ex deputata Laura Froner avrebbe visto bene Gianni Cuperlo, dalemiano che non ha passato il fuoco di fila dei veti incrociati, o Anna Finocchiaro. A sera, davanti all’accordo su Epifani commenta: Mi sembra una proposta unitaria condivisibile. Oggi al Pd serve un segretario di transizione ma che sia competente, capace, con la grinta per rimotivare la base. Non mi piaceva la logica del “scegliamo il più debole”, se il reggente svolgerà bene il suo compito non vedo perché il suo debba essere necessariamente un incarico a tempo». Via libera a Epifani anche dall’assessore Alessandro Olivi, secondo il quale però alla guida del Pd «serve una persona di garanzia, autorevole ma che non sia in campo al congresso». Un congresso rifondativo di cui, dice, «il Pd ha bisogno come l’ossigeno se vuole essere davvero un partito moderno, riformista e popolare», «per questo mai come questa volta bisognerà arrivarci con un confronto chiaro tra le linee politiche in campo».
«Al congresso di ottobre il Pd dovrà scegliere se vuole tornare a suo spirito originario, un partito che parla a tutta la società, o se essere un vecchio partito-chiesa», avverte Luca Zeni. «In questa fase così difficile per il Paese sarà importante dare un sostegno al governo e, per quanto riguarda il partito, cercare un nome condiviso per questi mesi di reggenza». «Io di solito propendo per valorizzare le energie nuove, ma in questa fase di transizione non penso sia vitale che il segretario sia un giovane. Quanto al futuro, non sono per gli automatismi, tenderei a tenere separate le figure di segretario e di candidato premier». Come vorrebbe Matteo Renzi.