"Votare non basta: oggi occorre partecipare, non delegare, perché con la nostra mancata partecipazione sociale e politica faremmo un torto a chi ha dato la vita per avere un Paese più libero e democratico, nel quale i principi della Costituzione siano attuati". È il passaggio più applaudito dell'intervento pronunciato questa mattina a braccio dal presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti nella palestra del Liceo da Vinci di Trento, gremita di studenti.
A. Girardi, 10 maggio 2013
Sono stati loro a chiedere che tra le iniziative autogestite nell'ambito dell'assemblea di istituto vi fosse anche un incontro dedicato alla Costituzione e alla Resistenza. E sono stati loro a voler invitare per questo Dorigatti, il presidente dell'Associazione partigiani (Anpi) del Trentino Sandro Schmid e il "partigiano Prua" Corrado Pontalti. E la partecipazione dei ragazzi, che era libera, non è mancata.
Lavoro e uguaglianza: due articoli non attuati della Costituzione.
Dorigatti ha evidenziato subito come la distanza dei giovani dalla politica e dalle istituzioni si possa colmare solo con un processo di partecipazione democratica. "l'alternativa - ha avvertito - è che l'Italia torni indietro. Bisogna che i valori fondamentali della libertà e della giustizia contenuti nella nostra bella Costituzione non restino lettera morta". Il presidente ha segnalato i punti della carta costituzionale che non si possono considerare attuati. Come l'articolo 1, perché un Paese con il 35 per cento di giovani disoccupati e 600 mila esodati, non risponde certo all'ideale di "una Repubblica fondata sul lavoro". O l'articolo 3, perché in un'Italia nella quale una famiglia su 10 è alle soglie della povertà, non si può certo cnsiderare realizzato il "compito della Repubblica di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale" che "limitano di fatto la libertà, l'eguaglianza, il pieno sviluppo della persona e la partecipazione effettiva di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". Dorigatti ha anche denunciato le frequenti violazioni del diritto di sciopero, pur previsto dalla Costituzione ("nel 1970 se un lavoratore scioperava poi veniva licenziato e nelle fabbriche gli operai che protestavano venivano messi in reparti-confino"). "Perché questi diritti di libertà e cittadinanza siano praticabili - ha proseguito - occorre che voi ne esigiate il rispetto e l'effettiva realizzazione".
"Lottate per costruire un Paese normale".
Infine il richiamo al valore di due feste - il 25 aprile della liberazione e il 1° maggio dei lavoratori - da poco celebrate e che qualcuno oggi vorrebbe mettere in discussione. "Il ricordo di chi nella Resistenza ha combattuto la dittatura fascista fino a morire, dovrebbe farci sentire la responsabilità di realizzare il sogno di un Paese normale per il quale queste persone si sono sacrificate". E a proposito della festa dei lavoratori ha aggiunto: "Oggi l'Italia non è un Paese normale perché troppi giovani sono senza lavoro o con un impiego precario, senza prospettive, senza futuro.".
E ha concluso con le parole rivolte dal presidente Napolitano ai giovani: "continuare ad indignarvi, a protestare, ma anche a studiare, a costruire, a progettare, incalzando sempre la politica e le istituzioni con le vostre richieste e proposte", perché "anche voi dovete compiere questo cammino verso una vera democrazia".
A quello di Dorigatti sono seguiti gli interventi del presidente dell'Anpi Sandro Schmid che ha approfondito il nesso tra Risorgimento, Resistenza e Costituzione e le ragioni per cui la "Legge delle Leggi" è ancora attuale, e di Corrado Pontalti, il "Partigiano Prua", oggi novantenne. Pontalti ha suscitato la curiosità degli studenti con il racconto della sua singolare vicenda di disertore dal CST (il Corpo di Sicurezza Trentino filonazista), entrato con un espediente nel Battaglione Gherlenda, e infine scampato in extremis alla fucilazione dopo essere stato arrestato dai tedeschi che l'avevano scambiato per l'autore di un furto.