ROVERETO - La sfiducia alla presidente della circoscrizione di Sacco S. Giorgio da parte di due consiglieri dell’Unione ha fatto saltare il tappo agli altri tre partiti di governo comunale. «Per rimanere uniti e sostenere il sindaco Miorandi abbiamo ingoiato rospi, adesso basta. Il partito faccia chiarezza e prenda provvedimenti seri al suo interno». Pd, Patt e Adc agli alleati: «Rispettino i patti o siamo pronti a rivedere la coalizione». N. Guarnieri, "l'Adige", 5 maggio 2013
Per troppo tempo si è fatto finta di niente, almeno pubblicamente. Ma i panni, stavolta, non sono stati lavati in casa e la crisi di maggioranza, in Comune, adesso è reale e palese. Gli scricchiolii si udivano da mesi ma ad ogni annuncio i quattro partiti che sostengono il sindaco Andrea Miorandi - Pd, Upt, Patt e Adc - facevano a gara per tranquillizzare. Non è più così: e a seminare zizzania è sempre e solo l'Upt. Prima il blitz al collegio del Senato con l'upitino Fravezzi che ha scacciato la pidina Ruffini, poi l'allontanamento dal partito, almeno in consiglio comunale, di Alberto Galli e Francesco Volani e venerdì il calcio negli stinchi finale con la sfiducia alla presidente della circoscrizione Sacco San Giorgio Biancalbina Francesconi (quota Pd). Troppo per non far alzare i toni anche al solitamente pacato segretario democratico Fabiano Lorandi. Insomma, acque agitate in coalizione con il rischio di arrivare ad una rottura che sarebbe grave tanto per la tenuta del Comune che delle elezioni provinciali di ottobre.La prossima settimana la coalizione si riunirà per un faccia a faccia caliente. L'hanno imposto, e non certo suggerito, i tre partiti che fino ad oggi hanno dimostrato graniticità di intenti: Pd, Patt e Adc.«Situazione grave dal punto di vista politico. - tuona Fabiano Lorandi del Pd - Ho chiesto al sindaco di convocare un vertice di maggioranza per parlarci a viso aperto. Sono amareggiato, indignato e preoccupato perché la questione della tenuta della maggioranza ha questo nodo ancora irrisolto dell'Upt, che ha sempre manifestato fibrillazioni».Ed ecco i sassolini nella scarpa: «Ricordo due cose: come Pd non abbiamo mai fatto pesare i nostri numeri, siamo il partito di maggioranza relativa, tre-quattro volte più votato degli altri. E nell'esecutivo ci sono solo tre assessori del Pd. La nostra è una responsabilità generosa, la stessa dimostrata alle elezioni per il Senato. Avevamo un nostro candidato autorevole, Aida Ruffini, ma per questioni di coalizione abbiamo fatto passo un indietro appoggiando Fravezzi dell'Upt. Adesso succede che due consiglieri circoscrizionali Upt sfiducino la presidente di Sacco San Giorgio venendo meno al patto di alleanza. A questo punto c'è necessità di chiarezza». Beppino Graziola ha già preso le distanze. «Ma non basta. Il partito deve prendere provvedimenti e anche verso i due dissidenti in consiglio comunale».Maggioranza a rischio? «Dobbiamo porci l'interrogativo di quali siano le forze dei numeri che abbiamo per poter contare sulla maggioranza. Pongo una questione politica: l'Upt, come partito, c'è e riesce a governare i suoi iscritti o no? Ce lo deve dire se no tireremo le debite conseguenze».Sotto accusa anche gli esponenti di giunta. «L'assessore Manfredi ha la delega al decentramento e alla luce di quanto accaduto a Sacco e sulle difficoltà di rapporti tra giunta e circoscrizioni deve intervenire».Insomma, per Lorandi la «situazione è grave. Biancalbina Francesconi è l'unica donna presidente del Pd e subisce una vigliaccata. Non è accettabile. Abbiamo bisogno di interlocutori politici: sono mesi che non vediamo il coordinatore Maffei».Infine, l'ultimatum: «Se l'Upt intende far parte ancora della coalizione e stare al governo, i vertici del partito non si limitino a fare dichiarazioni ma facciano qualcosa di concreto».Duro anche Marco Graziola del Patt: «La situazione è grave. La mancanza di parola e i personalismi stanno minando la coalizione. Al vertice di maggioranza chiederemo ufficialmente all'Upt da che parte sta. Se in questi due anni e mezzo ci sono state difficoltà è colpa dell'Upt, non si sa mai cosa fa». Graziola minaccia rimpasti di giunta. «Sono rimasti in due consiglieri e la giunta così è sbilanciata; si potrebbe anche rivedere. Ci aspettiamo che da Trento qualcuno chiarisca la posizione dell'Upt: è senza segretario e i due assessori non si assumono la responsabilità. Siamo perplessi. Se vuole la crisi lo dica, faremo la conta».Preoccupato pure Michele Trentini dell'Area di Centro. «Non dare la fiducia alla presidente Biancalbina è stato un errore clamoroso. Siamo disposti a dialogare con l'Upt ma questo presuppone scelte chiare e definitive sia politiche sia amministrative. Anche il sindaco Andrea Miorandi deve assumersi la responsabilità di prendere delle decisioni, non democristiane, per il bene della coalizione».
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Partito Democratico del Trentino